È arrivato il nuovo lungometraggio sugli esserini blu: grafica digitale per un’avventura ambientata tra i grattacieli di Manhattan
Tutto scorre tranquillo nel villaggio dei Puffi come da sempre. Grande Puffo e i suoi 100 figli lavorano, cantano e preparano la festa della Luna blu mentre Gargamella cerca un modo di catturarli. Un errore di Puffo Tontolone però farà scoprire al mago malvagio l’ubicazione del villaggio e costringerà tutti a una fuga al termine della quale Grande Puffo, Puffetta, Puffo Coraggioso, Brontolone e per l’appunto Tontolone saranno scaraventati attraverso un vortice dimensionale a Manhattan e Gargamella appresso a loro. Nella grande mela i piccoli Puffi cercheranno in ogni modo di scatenare il medesimo incantesimo che li ha portati lì, in modo da tornare nel loro mondo, mentre Gargamella sfrutterà la sua magia per catturarli. Ad aiutarli una coppia di newyorchesi con un bimbo in arrivo… Per i bimbi cresciuti con i cartoni animati degli anni Ottanta, c’è il rischio che sia un vero colpo al cuore. Da una parte la nostalgia per quei vecchi, cari omini blu che vivono nel medioevo, alti due mele o poco più. Dall’altra, la sopresa di ritrovarseli davanti in sembianze e ambientazioni totalmente stravolte: Gargamella in carne ed ossa, il gatto Birba un vero micio rossastro, e i Puffi trasformati in esserini digitali catapultati dal loro bosco incantato al ritmo frenetico di Central Park, ad interagire, grazie a computer, grafica ed effetti speciali, con gli umani. questo non è il primo film che vede i Puffi protagonisti. Le creaturine uscite dalla mente del disegnatore belga Peyo, dopo il debutto nelle storie a fumetti nel 1958 (allora in Italia si chiamavano Strunfi, derivato dall’originale Schtroumpfs), avevano fatto la loro comparsa sul grande schermo nei lungometraggi animati Le avventure dei Puffi nel 1965 (in bianco e nero) e Il flauto a sei Puffi nel 1976.La grande popolarità, però, è arrivata negli anni Ottanta con le nove stagioni della serie animata firmata Hanna & Barbera (dal 1981 al 1989) e con le sigle cantate nella versione italiana da Cristina d’Avena. Impossibile non ricordarsi la melodia.
Ora, a distanza di oltre vent’anni, rieccoli alla ribalta. Riuscirà questo film a farli amare anche dalle nuove generazioni? Ce lo auguriamo, sperando però che i vecchi cartoni animati non cadano nel dimenticatoio.