Imporre con maggiore efficacia il divieto di guerre tra Stati sancito dal diritto internazionale e ridurre ulteriormente i crimini di guerra: sono questi i contenuti degli emendamenti allo Statuto di Roma della Corte penale internazionale (CPI) che la Svizzera ha ratificato la scorsa settimana.
In occasione di una conferenza di revisione svoltasi nel giugno del 2010, nello Statuto di Roma – il trattato istitutivo della CPI – sono stati integrati due elementi fondamentali.
È stata anzitutto inserita la definizione di crimine di aggressione: ciò consente di assicurare alla giustizia le personalità di alto rango colpevoli di aver commesso atti di aggressione chiaramente lesivi del divieto di ricorrere alla forza sancito dallo Statuto delle Nazioni Unite.
In secondo luogo è stata ampliata l’attuale fattispecie dei crimini di guerra. In futuro, l’impiego di veleno e armi tossiche, di gas e sostanze o dispositivi simili nonché dei cosiddetti «proiettili dum-dum» sarà proibito anche nell’ambito di un conflitto armato interno.
Punire i citati crimini significa contribuire in modo decisivo ad assicurare la convivenza pacifica tra i popoli, a far rispettare i diritti umani, ad aiutare le popolazioni nel bisogno e a lottare contro la povertà nel mondo, che sono i principali obiettivi della politica estera svizzera iscritti nella Costituzione. La Svizzera si è quindi adoperata affinché questi crimini rientrassero nell’ambito di competenza della CPI.
Gli emendamenti sono stati adottati dall’Assemblea federale il 20 marzo 2015 e il termine di referendum è scaduto inutilizzato. Per la Svizzera, che li ha ratificati, gli emendamenti entreranno in vigore tra un anno. La facoltà della Corte penale di perseguire un crimine di aggressione è subordinata a un’ulteriore decisione da parte degli Stati parte dello Statuto. La ratifica non comporta modifiche al diritto penale svizzero.
La CPI è un’istituzione permanente con sede all’Aia (Paesi Bassi) che ha il compito di punire i crimini più gravi. È stata istituita con lo Statuto di Roma, cui hanno aderito finora 123 Stati. La Svizzera ha sempre mostrato grande impegno a sostegno della CPI.
DFAE