Ringrazio sentitamente la redazione e le squisite giornaliste che mi hanno intervistato. Purtroppo a malincuore debbo fare alcune precisazioni riguardo al mio nome sbagliato nel titolo dell’articolo poiché il mio primo nome di uso corrente è Pietro, mentre Antonio è il mio secondo nome, che uso soltanto per evitare omonimie.
Ho detto a malincuore, anche perché devo essere stato frainteso di quanto si legge nel tratto della seconda colonna dell’articolo che io trascrivo qui sotto:
Sono capitato in un vagone solo con degli svizzeri che tornavano dalle vacanze e già tutti mi hanno accolto bene, anzi un ticinese mi ha detto di rimanere in Ticino e mi (?) dato il suo “bigliettino” dicendomi: “se ha dei problemi può sempre chiamare”. Invece il ticinese mi consigliava soltanto di fermarmi nel Canton Ticino, dato che nella Svizzera di lingua tedesca c’era in corso una campagna contro l’inforestierimento, e avrei potuto avere delle difficoltà. Sono stati invece una coppia di cittadini svizzeri di Winterthur, che intervenendo in contrasto col ticinese, mi hanno dato il loro indirizzo pregandomi di rivolgermi ad essi in caso di difficoltà a Zurigo, dove io ero diretto.
Infatti io avevo scelto di trasferirmi a Zurigo dove c’era un mio fratello maggiore da anni lavoratore ospite in una grande fabbrica a Schlieren/Zurigo, il quale mi aveva sempre parlato bene della Svizzera, del senso civico, dell’ordine e della correttezza, restandone ammirato. Ed è stato quello che sin dal primo momento ho riscontrato entrando in Svizzera, l’ambiente ideale che cercavo, aiutato, apprezzato e ammirato da tutti, durante tutti i lunghi sessanta anni finora trascorsi in questo meraviglioso paese, dove da subito mi sono completamente integrato ai costumi locali, pur restando italiano e torinese di Calabria, quella terra che gli storici dicono essere stata la madre dell’Italia.
Complimenti per tutto il resto che avete scritto onorandomi. Chiedo scusa per le doverose precisazioni e vivamente ringrazio.
Pietro Muratori
Gentile signor Muratori, la ringraziamo prima di tutto per averci dato l’opportunità di raccontare la sua storia preziosa arricchendo così la nostra rubrica. Siamo molto dispiaciuti per gli errori riportati che, come sicuramente avrà capito, non sono voluti. Per questo motivo pubblichiamo con molto piacere le sue correzioni e la salutiamo calorosamente!
redazione La Pagina