Diego Della Valle vuole restaurare il Colosseo ma c’è chi vuole impedirglielo e denuncia l’operazione
Strano Paese l’Italia. Anzi, strani personaggi gl’italiani. Ricordate il coro di critiche che subì l’allora ministro dei Beni culturali, Sandro Bondi, perché il 3 novembre del 2010, in seguito alle abbondanti piogge dei giorni precedenti, crollò il muro di una villa negli Scavi di Pompei? Si trattava non di un muro originale, antico, ma di un muro ristrutturato negli anni quaranta, ma non ci fu nulla da fare. Il coro di coloro che in tv, sulla stampa gridava “dimettiti” era tanto assordante quanto strumentale, come se la colpa fosse del ministro e non, ad esempio, del responsabile degli Scavi. Allora si disse che i muri antichi, le case, i monumenti, sono destinati a cadere col passare del tempo e dei secoli e nessuno potrà mai impedirlo, a meno che non si voglia snaturare i materiali originali. Nulla da fare per l’ex ministro, si dovette dimettere e basta. Ci è tornato in mente quest’episodio leggendo la notizia secondo cui il Codacons, l’associazione che raggruppa i consumatori, ha presentato ricorso al Tar per bloccare l’offerta fatta da Diego Della Valle di investire 25 milioni di euro per salvare il Colosseo. Il Codacons non è il solo a protestare, è stato spalleggiato dalla Uil, settore Beni culturali, che addirittura ha denunciato alla Procura della Repubblica e alla Corte dei Conti lo sfruttamento dell’immagine del Colosseo da parte dell’imprenditore che, restaurando il celebre Anfiteatro, ne avrebbe tratto vantaggi economici. Le denunce hanno bloccato i lavori. Fermiamoci qui, per adesso, per allargare l’orizzonte della questione.
All’indomani del crollo del muro di Pompei (in realtà di muri a Pompei ne sono caduti tanti dopo il 3 novembre del 2010 senza il clamore suscitato in quell’occasione), Diego Della Valle, patron del gruppo Tod’s lanciò un’idea: e se fossero i privati a salvare i monumenti antichi? Detto fatto, fu lui a dare l’esempio. Offrì 25 milioni per l’opera più rappresentativa dell’antichità e dell’identità di Roma. Coloro che protestavano contro i “tagli alla cultura” avrebbero dovuto gioire per il fatto che un privato voleva fare quello che lo Stato non riusciva a fare, anche per mancanza di fondi in tempi di crisi acuta. Invece no. Sono fioccate le denunce. Uno mette 25 milioni per salvare il Colosseo e subito viene accusato di secondi fini, cioè di vantaggi economici. Come dire: se non si fa nulla, si viene accusati di non fare nulla e di essere incapaci, se si fa qualcosa si viene denunciati perché la si fa. Insomma, la mentalità imperante in Italia è che, a torto o a ragione, si deve protestare. C’è chi non è in grado di costruire, ma solo di distruggere per avere poi l’alibi di dire che non si è fatto nulla. Siamo all’assurdo.Ecco quello che ha dichiarato Diego Della Valle: “Queste polemiche non aiutano certo a coinvolgere altri gruppi. Speravo che la nostra operazione facesse da apripista ad altri interventi simili, a Pompei, Venezia, Firenze. L’altra sera, invece, un amico che stavo cercando di coinvolgere mi ha detto ‘Sei matto? Mi vuoi mettere nei guai’”? Mister Tod’s, dopo le denunce, ha pensato di rinunciare a salvare il Colosseo, ma ha accettato di rifletterci ancora grazie all’intervento del ministro della Cultura, Lorenzo Ornaghi, e all’insistenza del Sottosegretario Roberto Cecchi che, all’epoca della sponsorizzazione, era commissario per l’area archeologica. Alla domanda se la sponsorizzazione poteva configurarsi me vantaggio economico, Diego Della Valle ha risposto così: “Di nessun genere. Noi possiamo promuovere il restauro, dire che l’abbiamo fatto noi, mettere il nostro nome sui pannelli a terra davanti al Colosseo e scrivere sui biglietti che i lavori li abbiamo finanziati noi. Poi c’è una Onlus (“Amici del Colosseo”), senza fine di lucro, che può, per 15 anni, realizzare una serie di azioni, facilitare l’ingresso di donne, anziani e disabili al Colosseo, creare un centro di servizi, portare le scuole”. Ma noi aggiungiamo: anche se ci fossero dei vantaggi economici, che male ci sarebbe? Possibile che ci siano persone che pretendono che uno che spenda 25 milioni per il bene di tutti e non debba avere un ritorno economico? Possibile che in Italia chi ha delle idee debba essere sempre soffocato? Possibile che non fare nulla è sempre meglio che fare qualcosa? Sembra proprio di sì, e non è un caso che abbiamo tanto da imparare da chi, invece, il senso dello Stato ce l’ha e si vede dai risultati. Ritornando alla sponsorizzazione del Colosseo, Diego Della Valle, supplicato dal Sottosegretario e dal ministro, ha detto: “Ho deciso che aspetteremo un po’, per avere i risultati delle inchieste e dei controlli”. Intanto, cominciano a cadere pezzi di Colosseo… [email protected]