Ognuno vede ciò che vuol vedere, anche per i fatti che forse ci possono sembrare i più oggettivi c’è sempre chi porta altre verità, le proprie. Chi ha ragione? Chi può deciderlo? È un bel rompicapo di cui si discute praticamente da sempre, poi è arrivato un “tale”, Protagora che ci ha introdotti al concetto di “verità relativa”.
È un concetto molto semplice, ma ci voleva qualcuno che lo enunciasse. Protagora, un filosofo dell’antica Grecia, spiegò molto semplicemente che non esiste una verità unica, assoluta, ma ognuno formula la propria verità anche in base al proprio vissuto e alle proprie esperienze. Esiste dunque la verità relativa che si formula attraverso esperienze e opinioni personali, non esistono opinioni migliori delle altre ma alcune opinioni sono esposte in maniera più convincente e sono anche le più condivise. A voler complicare il discorso c’è chi alla verità relativa, contrappone la verità scientifica e la verità assoluta. Se verità relativa è quella che può essere confutata da diverse obiezioni e congetture, la verità scientifica è quella supportata da fatti dimostrabili scientificamente, quindi quasi certe. Un tempo si pensava che la terra fosse piatta, poi venne fuori la sfericità del nostro pianeta con ampie dimostrazioni. Ma al tempo dei complottisti di oggi, anche la verità scientifica viene messa in discussione per svariati motivi, pensiamo al caso estremo dei cosiddetti “terrapiattisti”. Così rimane solo la verità assoluta che però viene per lo più utilizzata per smontare le verità altrui con un semplice ma efficace: “Non hai la verità assoluta!”. E come si può avere l’ardire di sostenere di possedere davvero la verità assoluta?
Ora, pensiamo nella vita politica e mondiale che validità possa avere il concetto di verità.
Quanto sia relativa la verità nella politica lo vediamo ogni giorno. Pensiamo per esempio all’anniversario appena trascorso della strage delle fosse Ardeatine, quando 335 italiani furono giustiziati il 24 marzo di 80 anni fa, come rappresaglia all’attentato di via Rasella a Roma. In quell’occasione un gruppo di gappisti misero in atto un attentato contro un plotone di soldati tedeschi. Ne morirono 33 e i nazisti decisero di giustiziare 10 italiani per ogni tedesco morto in quell’attentato (ne presero anche 5 in più), soprattutto antifascisti ed ebrei. Negli anni molti hanno incolpato la Resistenza che non aveva considerato le conseguenze di un atto simile; altri, invece, hanno incolpato solo ed esclusivamente i nazisti. Anche il successivo processo su quell’attentato aveva considerato l’azione partigiana una “legittima attività di guerra per il diritto interno italiano”, ma ad oggi ancora si stenta a riconoscere la matrice fascio-nazista di quella rappresaglia. “L’eccidio ardeatino – ha dichiarato Giorgia Meloni nel rendere omaggio alle 335 vittime di quel massacro – è una delle ferite più profonde e dolorose inferte alla nostra comunità nazionale e ricordare cosa accadde in quel funesto 25 marzo di ottant’anni fa è un dovere di tutti”. Per l’Anpi però la presidente del consiglio Meloni omette e confonde: “Non parla della responsabilità dei fascisti italiani. Non dice che le vittime furono in grande maggioranza antifascisti ed ebrei. È la solita rilettura capziosa della storia che tende sempre a coprire le responsabilità dei fascisti e a negare il valore dell’antifascismo”, ha commentato il presidente nazionale dell’Anpi Gianfranco Pagliarulo. Ancora oggi, 80 anni dopo, la controversia su di chi fosse realmente la colpa di quel terribile massacro non ha una verità assoluta e non l’avrà mai. Pensiamo alla guerre che ogni giorno ci riempiono la cronaca di terribili notizie, c’è chi porta avanti le verità di Israele, c’è chi invece supporta le ragioni della Palestina. Chi davvero in questo difficile caso si sente in grado di elevarsi a conoscitore della verità assoluta?
Per quanto riguarda poi alla figura contorta di Putin, anche in Italia c’è chi supporta la sua azione, chi non lo riconosce come aggressore di una nazione libera, chi parla di espressione democratica di un popolo per quanto riguarda la sua ultima elezione. Non importa che praticamente quasi tutto il mondo lo considera diversamente. Anche qui ognuno ha la propria verità, certamente relativa. In questo momento però l’attenzione mondiale è concentrata sull’ultimo attentato che ha subito Mosca, alla sala concerti Crocus City di Mosca con il terribile bilancio di 137 vittime tra cui tre bambini. Presi e identificati gli attentatori, l’Isis ha subito rivendicato l’attentato, diversi video del massacro sono stati diffusi dallo Stato Islamico, Zelensky ha confermato la loro estraneità al fatto e perfino l’ambasciata Usa aveva già avvisato di un possibile attacco terroristico giorni prima, ma per Putin, la verità è un’altra: la colpa è di Kiev. “Tutti gli autori, gli organizzatori e coloro che hanno ordinato questo crimine saranno giustamente e inevitabilmente puniti. Chiunque siano, chiunque li guidi”, ha detto il presidente russo nel suo intervento sull’accaduto. Già da questa mattina sono ripresi i bombardamenti e gli attacchi missilistici a Kiev, dopo che da diverso tempo ormai i combattimenti non avevano più coinvolto la capitale ucraina. C’è chi dice che Putin utilizzi questo espediente per inasprire il conflitto, ma in questo momento scegliere quale verità assecondare può essere davvero molto grave, al punto che l’Europa stessa potrebbe essere trascinata attivamente in questo che si configura sempre più come un terzo conflitto mondiale. La giusta verità non esiste o è difficile da trovare, però esiste la verità pericolosa, cioè quella che potrebbe portare davvero al collasso mondiale, questa è l’unica verità assoluta!
Redazione La Pagina