Sono molti i bambini che soffrono di adenoidi e di tonsille e, per la verità, non sono solo loro, anche gli adulti, seppure in minor numero, ne soffrono. Innanzitutto, cosa sono? Sono organi linfatici posizionati nella cavità orale, nella zona retrostante il naso. Sono, per la loro posizione, la porta d’ingresso del nostro sistema immunitario, proprio perché sono a contatto con l’esterno.
La loro importanza, dunque, è grande: rispondono ai continui stimoli virali e batterici dell’ambiente favorendo la produzione di anticorpi da parte del nostro organismo. Dunque, adenoidi e tonsille sono i difensori primi degli attacchi batterici e virali provenienti da fuori. Ecco perché ne soffrono di più i bambini: il processo immunitario è in maturazione e si completa solo dopo i dodici anni circa. Essendo più vulnerabili, i bambini sono soggetti ad un’infiammazione virale o batterica che può riflettersi sulla respirazione. Nei casi più gravi l’infiammazione di adenoidi e tonsille può compromettere anche la crescita e lo sviluppo. Legati all’infiammazione di adenoidi e tonsille sono anche gli episodi di roncopatia, cioè il russamento rumoroso, per cui durante la notte il ritmo del respiro durante il sonno può essere interrotto da vere e proprie apnee notturne che inibiscono l’ossigenazione del sangue.
Di qui la domanda: è meglio toglierle o lasciarle? Un tempo, di fronte ad episodi ripetuti di infiammazione si tendeva ad asportarle in età adatta, cioè dopo i 4 anni di età. Ora, una volta confermata l’importanza di adenoidi e tonsille come barriera di attacchi virali e batterici, si tende invece a curarle. L’asportazione avviene solo in casi eccezionali, in genere se si superano i cinque casi d’infiammazione all’anno. Abbiamo già detto che in caso di asportazione bisogna che il bambino superi i 4 anni, in quanto i rischi legati all’anestesia nei bambini più piccoli sono maggiori.
Adenoidi e tonsille, una volta superata l’età della pubertà, si riassorbono (le adenoidi), mentre le tonsille si atrofizzano.
Non sempre quando i bambini russano rumorosamente la causa responsabili sono adenoidi e tonsille infiammate. Ecco quello che dice il dottor Fabio Beatrice, otorinolaringoiatra: “Capita anche che il russare sia dovuto a una semplice irritazione delle mucose nasali, magari originata da allergie o dall’eccessiva secchezza degli ambienti domestici, soprattutto in inverno quando è in funzione il riscaldamento”. Ecco dunque alcuni consigli utili. Primo, in caso di russamento non bisogna allarmarsi; secondo, umidificare l’ambiente, specie d’inverno; terzo, effettuare frequenti lavaggi nasali con soluzioni specifiche. Abbiamo detto che le adenoidi si riassorbono, mentre le tonsille si atrofizzano. Però queste ultime rimangono nella cavità orale e possono ospitare germi capaci di scatenare anche negli adulti episodi di infiammazione di natura batterica o virale. Dunque, gli adulti non ne sono immuni.
Infine, tocchiamo la diagnosi delle adenoidi e tonsille infiammate. Essa tocca al medico, evidentemente, però l’ingrossamento di questi organi si può misurare attraverso l’ossigenazione del sangue e l’esame polisonnografico. L’analisi è semplice, ma ci vogliono gli strumenti forniti dagli ospedali. Si misurano una serie di parametri e se questi sono alterati, vuol dire che il bambino durante la notte e il sonno va incontro ad apnee notturne, provocate, appunto, dall’ispessimento eccessivo delle adenoidi e delle tonsille, per cui il medico dovrà valutare terapie e rimedi adatti.