A volte i bimbi hanno un rapporto migliore con la tata che con la mamma e succede che quest’ultima provi gelosia: è quanto emerge dalla testimonianza di una madre che ha scritto alla rubrica Motherlode tenuta da Michelle Cove sul New York Times
Michelle Cove, giornalista del New York Times, nella sua rubrica Motherlode, ha sollevato il tema delle donne che lavorano e che, per svolgere le loro funzioni, se hanno bambini piccoli, sono costrette ad assumere una tata o una babysitter. Fin qui, ovviamente, nulla di male. Una madre, però, ha sollevato un problema che rappresenta non tutta la realtà, ma una parte. A volte, cioè, molti bambini, proprio a causa degli impegni dei loro genitori, specie se si tratta di dirigenti d’azienda o di persone che hanno grosse responsabilità, passano più tempo con le tate o le babysitter che con le loro mamme e i loro papà. E questo è un fatto. L’altro aspetto della questione è che non di rado i bambini preferiscono stare più con le loro tate e le loro babysitter che – ancora una volta – con i loro genitori. Insomma, i padri e le madri, in casi di questo genere, finiscono per svolgere il ruolo dei genitori formali che, quando stanno con i loro figli, cercano di impostare una certa educazione che contrasta con quella della tata e delle babysitter.
Il problema è che con la tata si possono permettere delle libertà e delle soddisfazioni che con i loro genitori non si possono permettere. In parole più chiare: con tate e babysitter fanno quello che vogliono, con i genitori no. Non che questi ultimi siano degli estranei, ma i bambini con loro non si possono permettere certi capricci. Addirittura, quando le tate e le babysitter sono simpatiche e intelligenti e per di più amano i bambini, si possono affezionare a loro al punto che i loro genitori, ma soprattutto le madri, possono ingelosirsi.
Ciò può accadere anche quando resta valido quanto detto per le tate e babysitter e le madri o perché nervose o perché non hanno tempo o perché si sentono in colpa non riescono a svolgere per davvero, con la serenità, la pazienza e l’amore necessari, il loro compito.
Normalmente quando il rapporto tra bambini e tate e babysitter è ottimo, i genitori dovrebbero sentirsi rassicurati, perché i figli sono in buone mani, crescono e stanno bene. E spesso è così. Capita, però, che alcune madri, come detto, siano gelose, per cui questo sentimento non sereno convive con quell’altro dello stare lontano per necessità (o per scelta), per cui si crea una specie di conflitto interno che può riassumersi così: della tata o della babysitter farei volentieri a meno perché mi “ruba” il sorriso di mio figlio, ma la devo sopportare perché altrimenti non potrei lavorare e lavorare, per me, significa tanto. Quando si verifica una situazione di questo genere, vuol dire che esiste un problema, magari sarà un senso di colpa da parte della madre, magari il bambino si mostra più interessato alla tata che alla madre per attirare la sua attenzione, come per chiedere un aiuto espresso per vie traverse, ma, appunto, esiste un problema che va risolto, per il bene di tutti, del bambino in primo luogo.
Ecco i consigli dello psicologo per un processo di crescita sano e sereno. Primo: il primo viso che il bimbo deve vedere al mattino al risveglio è quello della madre, deve sentirsi svegliato dal suo bacio. Allo stesso modo, la sera, prima di addormentarsi, deve avere i genitori vicino, sono loro che devono raccontare la fiaba o parlare con il loro figlio tranquillizzandolo. Il bimbo, insomma, deve addormentarsi rassicurato dall’amore di mamma e papà. Secondo: se non è proprio possibile a pranzo, che almeno a colazione e a cena la mamma (e il papà) stiano con i figli e preparino da mangiare. La mamma (o il papà) è anche “nutrice”. Terzo: le regole che vengono date ai figli devono essere applicate anche dalla tata. La quale non può fare ciò che non farebbe la madre, altrimenti il bimbo la identifica con colei con cui si possono fare trasgressioni, per cui s’instaura un’atmosfera di complicità. Quarto: tocca alla mamma o al papà stare con il figlio quando questi è malato. Non si può delegare un compito simile. Quando il bimbo ha bisogno, la mamma o il papà devono “esserci”. Vale anche con i nonni, che non possono rimpiazzare in tutto i genitori. Quinto: i genitori non dovrebbero delegare alla tata o alla babysitter nemmeno i compiti. Tocca a loro seguire i figli durante la loro carriera scolastica e nel rapporto con i maestri o con la scuola.