Marito cambia il sesso, il matrimonio viene annullato
Il matrimonio tra omosessuali in Italia non è legale, ma cosa succede se uno dei coniugi cambia il sesso? Nel 2005 si sono sposati Alessandro Bernaroli e la sua compagna, Alessandro però ha deciso di cambiare sesso ed ora è Alessandra, in questo caso, cioè quando uno dei due coniugi cambia il sesso, la norma prevede l’annullamento del matrimonio.
Questa norma è incostituzionale perché non prevede per la coppia che voglia continuare una vita assieme un’altra forma di convivenza giuridicamente regolata, un’unione alternativa a cui deve prevedere il legislatore. È una porta spalancata a favore delle unioni civili la sentenza della Corte Costituzionale che ha risolto la questione posta dalla coppia. È una vittoria, anche se parziale, perché di fatto il matrimonio per ora resta nullo. “Chi cambia sesso deve poter mantenere, nel caso in cui entrambi i coniugi lo richiedano, un rapporto di coppia giuridicamente regolato”. Con queste motivazioni la Corte Costituzionale ha accolto il ricorso di una coppia che si era vista annullare “d’ufficio” il matrimonio dopo il cambio di sesso di uno dei coniugi. Pronunciandosi in questi termini la Consulta mette in evidenza la mancanza legislativa del nostro ordinamento in materia di unioni civili. Unioni che dovrebbero essere giuridicamente regolate, come ha sottolineato la Suprema Corte, ma che invece non lo sono.
I giudici della Consulta osservano che questo caso particolare, in cui i coniugi intendano proseguire nella loro vita di coppia nonostante il cambio di sesso di uno dei due, “sia riconducibile a quella categoria di situazioni ‘specifiche’ e ‘particolari’ di coppie dello stesso sesso, riguardo alle quali ricorrono i presupposti per un intervento di questa corte per il profilo di un controllo di adeguatezza e proporzionalità della disciplina adottata dal legislatore”. Nel 2010, infatti, la Consulta, affrontando il tema dei matrimoni gay, dichiarò la questione inammissibile poiché “spetta al Parlamento, nell’esercizio della sua piena discrezionalità, individuare le forme di garanzia e di riconoscimento” per le unioni omosessuali, sottolineando però che alla stessa Corte rimaneva “riservata la possibilità di intervenire a tutela di specifiche situazioni”, come quella trattata nella sentenza in questione. La questione sollevata dalla Cassazione “coinvolge – si legge nella sentenza – da un lato l’interesse dello Stato a non modificare il modello eterosessuale del matrimonio (e a non consentirne quindi, la prosecuzione, una volta venuto meno il requisito essenziale della diversità di sesso dei coniugi) e, dall’altro lato, l’interesse della coppia” affinché “l’esercizio della libertà di scelta compiuta da un coniuge con il consenso dell’altro relativamente ad un tal significativo aspetto dell’identità personale, non sia – sottolineano i giudici – eccessivamente penalizzato con il sacrificio integrale della dimensione giuridica del preesistente rapporto”.
La rivista L’Espresso ha pubblicato ad aprile un articolo sui casi di persone che decidono di cambiare sesso in Italia parlando del fatto che spesso si tratta di una vera odissea. Tra liste d’attesa eterne, scarsa specializzazione, poca attenzione alle ricadute psicologiche sui pazienti, le persone devono subire un lungo e spesso duro percorso per poter finalmente trovarsi nel corpo “giusto”. Gli interventi per cambiare sesso sono circa 120 l’anno in Italia, ma non esiste un registro ufficiale: il conto, empirico, viene dall’ Onig , osservatorio dell’identità di genere, che sul suo sito web accorpa i dati parziali provenienti dai diversi istituti. Sono quasi tutte operazioni da uomo a donna, perché quelle da donna a uomo, in Italia sono a uno stato ancora embrionale, e chi vuole tentarle si rivolge perlopiù all’estero.
Secondo la rivista può essere un grosso rischio operarsi in Italia: “Molti medici non hanno sufficiente esperienza e non conoscono le tecniche più avanzate: per noi l’intervento ha aperto una vita di inferno”. La denuncia viene da un gruppo di donne che ha tentato di cambiare sesso (erano nate uomini), oggi assistite da un avvocato, anche lei transessuale, che però per non esporsi a pericoli si è fatta operare in California, “pagando di tasca propria”, scrive la rivista. Alcuni ospedali italiani intanto sono stati chiamati a pagare i danni. Per quanto riguarda il matrimonio gay in Italia, sono state presentate delle proposte in parlamento per l’istituzione del matrimonio omosessuale e/o delle unioni civili. Un sondaggio condotto da Datamonitor nel gennaio 2013 ha mostrato che il 54,1% degli Italiani è favorevole al matrimonio omosessuale, in aumento rispetto alla precedente rilevazione. I contrari sono il 43,2%. Solo ad aprile di quest’anno è stato registrato il primo matrimonio tra due omosessuali in Italia, i due uomini che si erano sposati nel 2012 a New York, hanno chiesto al Tribunale di Grosseto la trascrizione nei registri di stato civile del matrimonio, e la richiesta è stata accettata (La Pagina del 16 aprile 2014).