Quest’anno, a causa delle fioriture ritardate da una primavera un pochino in ritardo, c’è stato (è proprio il caso di dirlo) un “respiro” di sollievo per quanti all’arrivo dei pollini entrano in una fase di sofferenza. In genere, si sono registrate temperature di mezzo grado in meno (anche se in alcune regioni anche di più) rispetto alla norma. In Giappone c’è stata una fioritura di ciliegi in anticipo, da noi, invece, in ritardo.
Altro paragone: l’anno scorso di questi tempi era già tanti milioni coloro che starnutivano, lacrimavano, tossivano, soffrivano d’asma. A gennaio i noccioli erano fioriti prima, almeno 15 giorni prima, dunque si pensava che anche altre piante avrebbero fatto lo stesso, invece no. La neve, la pioggia, il vento, hanno riportato tutto alla normalità e, anzi, al posticipo per le piante che di solito, col calore dell’inizio di primavera, fioriscono e poi producono pollini.
C’erano una volta le stagioni ben definite, si sapeva quando cominciavano e quando stavano per finire, ora non più, ci sono sconvolgimenti che hanno spostato l’inizio della normalità o lo hanno addirittura anticipato. Dobbiamo abituarci a questi cambiamenti, come dobbiamo abituarci al fatto che l’aumento della temperatura comporterà un aumento del numero di coloro che soffrono per la circolazione nell’aria di pollini.
Quest’anno, dunque, è stato eccezionale nel senso del ritardo, ma in futuro, con l’aumento della temperatura, la situazione di coloro che avranno problemi dopo la fioritura delle piante si aggraverà e ad aggravarla è proprio il riscaldamento globale che anticiperà i fenomeni di rinascita naturale. Si soffrirà, insomma, più a lungo e di più.
Entro il 2040 la quantità di polline presente nell’aria sarà aumentata di almeno tre volte, con tutte le conseguenze che ciò comporterà per coloro che soffrono di allergia. E’ inutile preoccuparsi, non si può fare nulla, ci si può solo informare sui tempi dell’impollinazione, ad esempio consultando i siti creati apposta per la bisogna (www.pollinieallergia.net/bollettino-pollini.php). Le previsioni dell’inizio della circolazione dei pollini ha una grande praticità psicologica: ci si può preparare per tempo e si può mettere in atto la strategia di prevenzione, sia in termini di scorte di antistaminici e, nei casi più gravi, cortisonici, sia in termine di piccoli accorgimenti.
Anche s il loro valore è più simbolico che “quantitativo”, i consigli possono servire a qualcosa, e perciò li elenchiamo in ordine sparso.
Primo: meglio tenere le finestre chiuse, meglio non tagliare l’erba o svolgere attività all’aperto nelle ore più calde, quando cioè l’aria è piena di pollini. Secondo: non uscire nei periodi di massima impollinazione senza una mascherina.
Una volta rientrati in casa, fatevi una bella doccia e spazzolate bene scarpe e vestiti. Terzo: lavarsi frequentemente mani e occhi con acqua fresca. Quarto: non fumare ed evitare anche il fumo passivo. Quinto: in macchina non viaggiate con i finestrini aperti.
Per coloro che soffrono di allergie i fastidi sono inevitabili, si possono solo addolcire un pochino, a meno che non si abbia la possibilità di vivere in luoghi diversi e lontani, in modo da evitare di vivere in un posto durante il periodo di impollinazione e ritornarci ad impollinazione terminata. Ma questo è un altro discorso.