Chissà quanti al suo posto sarebbero piombati nella più cupa depressione, e ben a ragione. Invece Jon Matthews, 59 anni, vedovo, quando il medico senza tanti giri di parole gli ha dato la notizia che nella migliore delle ipotesi gli sarebbero restati da vivere ancora 25 mesi, incassato il colpo, ha cominciato a fare due calcoli e si è recato all’agenzia di scommesse William Hill.
I medici gli avevano diagnosticato un tumore del tipo mesotelioma, diretta conseguenza del contatto con l’amianto, roba da spaventare anche una statua, ma si vede che gli inglesi il gusto delle scommesse ce l’hanno nel sangue e dunque quando Jon si presentò allo sportello per esprimere il desiderio di scommettere contro la propria morte fino al primo giugno 2008, il bookmaker Graham Sharpe lo guardò con aria sorpresa, ci pensò su un momento e disse di sì, avrebbe accettato la scommessa.
Jon scommise 100 sterline fino al compimento dei 25 mesi e il bookmaker gliel’avrebbe pagata cinquanta a uno, cioè 5000 sterline.
A dire il vero, Graham Sharpe, quando seppe la storia dell’uomo, avrebbe voluto dirgli di no, ma poi pensò che se anche l’agenzia avesse perso, non sarebbe stata la fine del mondo, comunque avrebbe ridato a quell’uomo prostrato dalla malattia una speranza di vita e avrebbe fatto una buona azione.
Jon, dal canto suo, con lo scontrino in tasca, ritorna a casa e organizza la sua vita da malato. È dura, e ogni giorno se ne accorge, ma tira avanti e si fa coraggio. Per dirla tutta, qualcosa gli dice che battere le previsioni dei medici e il decorso inesorabile di quella malattia non deve essere poi un limite impossibile.
I mesi passano, Jon ormai vede prossimo il traguardo del primo giugno 2008, le sue condizioni non sono poi tanto malvagie, e spera.
Il primo giugno dell’anno scorso il nostro eroe si presenta allo sportello dell’agenzia e trova un impiegato gentile che gli regala parole di incoraggiamento e 5.000 sterline.
Jon prende dal mazzo di banconote un biglietto da 100 e rinnova la scommessa fino al primo giugno 2009. La scommessa è accettata di buon grado, con le stesse motivazioni di due anni prima, dal nuovo impiegato, e Jon se ne ritorna soddisfatto a casa.
Un anno ancora di vita, deve resistere a tutti i costi 12 mesi.
Circa dieci giorni fa Jon si è presentato di nuovo allo sportello dell’agenzia, trovando ad accoglierlo lo stesso impiegato dell’anno scorso, che gli ha dato altre 5.000 sterline.
C’è poco da fare, un giocatore è un giocatore e non s’arrende mai, soprattutto quando vince.
È anche questo il dramma, ma Jon è consapevole del suo stato di salute, sa che prima o poi dovrà morire, ha allungato di almeno due anni le previsioni sul decorso di quel tumore che non perdona, al massimo concede una tregua.
L’uomo, un po’ più malandato dello scorso anno, chiede se accettano un’altra scommessa.
La risposta è sì, l’agenzia capisce la situazione ed accetta di raddoppiare.
Non più 50 a uno ma 100 a uno, vuol dire che se il primo giugno 2010 andrà a riscuotere, riceverà 10.000 e non più 5.000 sterline. Jon stacca un biglietto da cento dal mazzo e se ne torna a casa.
Che arrivi o no a superare quella barriera, non importa. Jon ha già vinto.
In primo luogo contro le previsioni dei medici, i quali tuttavia non si sono sbagliati sulla malattia, è solo che come tutte le ciambelle non riescono col buco, così non tutte le diagnosi, per fortuna, rispettano certi tempi.
In secondo luogo, perché a lui non interessano i soldi. Infatti – e questa è la sorpresa – Jon, giocando, non aveva l’intenzione di diventare ricco, non lo aveva desiderato tutta la vita, figuriamoci se poteva farlo sulla soglia della morte.
A lui interessava vincere una somma per regalarla ad un’associazione per la ricerca contro il cancro e dare una mano a chi, in futuro, si troverà, come era successo a lui, di fronte a dei medici che gli potranno dire che la malattia, per quanto grave, non sarà inguaribile come un tempo.
In terzo luogo, Jon ha vinto contro se stesso, sia perché in un momento di sconforto ha pensato agli altri e sia perché ha trovato la forza e il gusto di porsi dei traguardi e di raggiungerli.Appuntamento fra un anno, dunque.
All’agenzia sono sicuri che il primo giugno 2010 Jon sarà puntuale davanti allo sportello con lo scontrino della vincita in mano; lui, questa volta, è meno fiducioso, ma siamo certi che ce la metterà tutta pur di esserci.