Con il cambio di stagione spesso arriva anche un carico di allergie: nasi che colano, starnuti a ripetizione, lacrime e occhi gonfi, e a volte si ha anche difficoltà a respirare e malessere generalizzato.
Per le allergie da graminacee sono a disposizione vaccini registrati come farmaci che hanno lo stesso effetto di immunoterapia dei vaccini tradizionali. Si tratta di pillole che, ovviamente, vanno acquistate solo dietro un’accurata visita medica e prescrizione dello specialista.
I farmaci fai-da-te sono molto pericolosi, anche perché non basta assumere una compressa una tantum ma la cura va fatta per due o tre anni. Dunque, attenzione, altrimenti si rischia di ottenere l’effetto opposto. Per la cronaca, contro le allergie restano validi i rimedi tradizionali che sono essenzialmente due: il primo è il vaccino; poi ci sono i farmaci antistaminici, broncodilatatori, decongestionanti e corticosteroidi nasali. Tra i due è sempre il medico che deve stabilire quale si adatta ad un determinato paziente.
Ciò detto, il tema del giorno non sono le allergie in sé, ma il fatto che si sta facendo strada tra i ricercatori l’ipotesi che gli individui soggetti alle allergie siano più protetti degli altri. In particolare, sarebbero più protetti contro alcuni tipi di tumore. Dietro questa supposizione c’è un’idea, e cioè che l’allergia è l’espressione di un eccesso di risposta immunitaria. Insomma, attraverso lo starnuto il fisico espelle sostanze che potrebbero essere dannose.
Finora abbiamo parlato di “ipotesi”, ma sarebbe più esatto parlare di prime conferme. Uno studio pubblicato sulla rivista scientifica Quarterly review of biology evidenzia come, mettendo a confronto i risultati di 148 ricerche pubblicate tra il 1955 e il 2006, si sia arrivati a formulare una tesi, quella appunto dell’iperattivazione del sistema immunitario che aiuta il corpo a difendersi proprio quando le difese si abbassano e c’è il rischio d’insorgenza di alcuni tipi di tumori.
Di qui anche l’osservazione empirica fatta dagli studiosi Paul e Janet Sherman, secondo i quali “le persone affette da raffreddori da fieno, eczemi, orticaria, allergie alimentari o ai peli degli animali hanno più chance di evitare le neoplasie”.
Non sono però protette da tutti i tumori, ma solo da alcuni come quello alla gola, al colon, al pancreas, alla cervice uterina e alla pelle. Addirittura, ci sarebbe una protezione in più contro il cancro ai polmoni, anche se, ad esempio, ciò non è valido per gli asmatici, i quali, anzi, sarebbero più soggetti. Lo studio, come era prevedibile, ha suscitato interesse e curiosità, ma gli studiosi stessi mettono in guardia i lettori dal prendere per verità scientifica ciò che ancora non lo è.
Prima che si arrivi a conclusioni scientificamente comprovate è necessario ancora un po’ di tempo. Per ora si tratta di osservazioni, annotazioni, relazioni, tutte cose importanti ma non tali da poter sfidare l’inoppugnabilità.
È comunque un buon punto di partenza: aver notato una correlazione tra la “forza” del sistema immunitario e la maggiore protezione contro alcuni tipi di tumore ha un fondamento logico che dovrà essere suffragato anche da prove inconfutabili.
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