Fateci caso: ci sono persone che si mangiano le unghie. In genere, a mangiarsi le unghie sono i bambini o gli adolescenti, ma non è affatto raro che anche gli adulti lo facciano. Perché avviene? Gli psicologi dicono che i bambini e gli adolescenti che si mangiano le unghie fanno fatica a gestire la propria impulsività, nel senso che attraverso questo comportamento scaricano l’eccesso di impulsività che li caratterizza. Si tratta di un problema diffuso soprattutto tra i maschi, è raro che le femmine abbiano questa abitudine. C’è anche una spiegazione tutta femminile: le donne usano le unghie anche come elemento di seduzione, per cui, a differenza dei maschi, le unghie le curano e non le rendono impresentabili.
L’abitudine di mangiarsi le unghie potrebbe sembrare un comportamento tutto sommato innocuo, invece non è così, perché denota la presenza di uno stato ansioso e le persone ansiose non vivono bene, accumulano stress e sono caratterizzate da tensione emotiva. Mangiarsi le unghie comporta anche la possibilità di scatenare infezioni alla bocca, anche se questa eventualità non è poi tanto frequente. Sotto le unghie, specie dei bambini e degli adolescenti, si possono annidare batteri. A furia di tragliuzzarsi le pellicine, l’infezione da batteri può trasmettersi alla bocca e provocare anche un’infezione da funghi. Un altro inconveniente è quello a cui abbiamo già accennato: l’aspetto estetico. Le mani sono una parte visibile all’occhio di chi sta di fronte, che nota subito il viso, ma anche le mani. Presentarsi con le mani e soprattutto con la punta delle dita pasticciate, non dà una bella impressione. Insomma, una cosa è avere belle mani e un’altra averle brutte: si perdono dei punti nel gioco della seduzione, si rischia di essere giudicati infantili e insicuri (come in effetti è).
E’ possibile smettere di mangiarsi le unghie? E’ possibilissimo e anche relativamente facile, bastano alcuni accorgimenti. Il primo consiste nello spalmare sulle unghie uno smalto speciale a base di tioconazolo, che è una sostanza molto amara. Il sapore permane sulle dita per lungo tempo e quando uno vuole procedere all’operazione, se ne ritrae per il disgusto. Il secondo accorgimento è quello di tenere un diario in cui l’interessato segna ogni occasione in cui ha avvertito l’impulso a mangiarsi le unghie. Riflettere su questa situazione e annotarla, aiuta perché il soggetto comincia a razionalizzare la situazione e poi, dopo averne preso coscienza a sufficienza, l’abitudine viene lasciata cadere poco alla volta. Esiste poi un terzo accorgimento, che è piuttosto un gioco a più persone: il braccialetto di corda. L’interessato fa un patto con un familiare: si mette il braccialetto annodato al polso che significa che se riesce a non mangiarsi le unghie, il braccialetto è lì a testimoniare il rispetto del patto, se non ci riesce o lui o il familiare lo devono tagliare, quindi il patto non è stato mantenuto e l’interessato non ha dimostrato la forza di risolvere il problema. Si possono fare più tentativi e con persone diverse.
Se non si riesce ad evitare l’abitudine, si può ricorrere allo psicologo, il quale dovrà curare lo stato di ansietà che caratterizza il soggetto e le sue cause. Una volta superato il disagio interiore che lo provoca, anche le unghie potranno essere lasciate in pace.