Alone di mistero sul blindatissimo vertice tra Meloni, Salvini e Tajani, nulla trapela di concreto della manovra, se non la tensione che già si avverte da qualche tempo tra i partiti della maggioranza. L’unica cosa che sembra certa è che “la stagione dei soldi gettati dalla finestra e dei bonus è finita e non tornerà fin quando ci saremo noi al governo”, come ha esplicitamente affermato Meloni al termine del consiglio dei ministri di venerdì, il primo dopo la pausa estiva.
Quello che si è saputo anche è che Meloni ha chiesto di non parlare della manovra di bilancio neanche mercoledì 4 settembre, durante l’esecutivo di FdI, ma soprattutto la Premier chiede ai suoi di “essere uniti e non cadere in provocazioni né lasciarsi andare in interventi scomposti”, si vede che le incomprensioni tra partiti di maggioranza oramai troppo evidenti sono avvertiti come una vera e propria minaccia per la continuità di questo Governo.
Anche durante le vacanze, infatti, il popolo italiano non ha potuto fare a meno di notare certe evidenti divergenze tra Lega e FI, in modo particolare per l’argomento dello Ius scholae che la Lega non riesce proprio a mandare giù, anzi è un punto sul quale Tajani ha insistito particolarmente e che proprio sembra inorridire Salvini. Ma non solo, le divergenze che stanno minacciando la stabilità della maggioranza riguardano anche l’autonomia differenziata voluta fortemente dalla Lega, contrariata non solo da FI ma anche da diversi esponenti di FdI. Proprio in queste ore, inoltre, si stanno accendendo le polemiche per gli ultimi e poco velati battibecchi tra il pupillo di Salvini, il generale eletto nel Parlamento europeo Roberto Vannacci, contro il presidente del Senato italiano Ignazio La Russa. Insomma, tutto lascia intravedere dissapori e contrarietà tra i partiti che dovrebbero governare l’Italia e, anche se la Premier chiede di continuo lo sforzo di “non cadere in provocazioni né lasciarsi andare in interventi scomposti”, ormai le divergenze sono così palesi che trapelano perfino dai comunicati stampa ufficiali dopo questo primo vertice fra i leader dei partiti. Sono infatti circolate due diverse versioni dello stesso comunicato stampa su un argomento di importanza estrema, come quello della guerra: uno nella versione inviata dallo staff di Giorgia Meloni e da FdI nel quale il Governo esprime “condivisione sulla crisi in Medio Oriente e sulla posizione del governo italiano relativamente alla guerra in Ucraina”; l’altro, quello diffuso dalla Lega, nel quale si parla invece di “appoggio a Kiev ma contrari a ogni ipotesi di interventi militari fuori dai confini ucraini”. Sono seguite, ovviamente, le varie correzioni e scuse dovute a sviste o “alla fretta”. Ma quando finiranno le scuse, le divergenze rimarranno e a lungo andare peseranno sempre di più sulla stabilità del Governo che Giorgia Meloni – oltre a dover sopportare tutte le beghe interne ai partiti, le polemiche faziose durante le Olimpiadi o gli scandali e le imbarazzanti finte voci su Ariana Meloni – sta cercano faticosamente di far arrivare a fine legislatura. Ma la regola sempre valida dice che piccoli obiettivi aiutano ad arrivare a grandi risultati, per questo intanto speriamo di arrivare alla fine dell’anno con questo governo, sarebbe già un buon obiettivo raggiunto…
Redazione La Pagina