Il concedo per paternità è un ottimo investimento per la famiglia e la società svizzera. Se entrambi i genitori possono dedicarsi al piccolo in maniera appropriata si getteranno le basi per la creazione di una società più serena ed equilibrata
Per i genitori l’arrivo di un figlio rappresenta senza dubbio un momento di grandissima felicità, di festa e di gioia, ma è anche un momento di forte stress e stanchezza a cui la coppia è sottoposta. È vero che tra i due chi ha più bisogno di riposo e di tempo per accudire il piccolo appena arrivato è la mamma, ma questo non vuol dire che il papà sia esente da certi obblighi, responsabilità ed oneri per i quali la sua presenza costante non è solo consigliata, ma in certi casi è indispensabile.
Il periodo che segue la nascita investe i neo genitori di tante emozioni così come di una serie di impegni e incombenze che gravano sulla stanchezza fisica e mentale di chi deve prendersi cura del piccolo. Notti insonni, pianti improvvisi, corse dal dottore, allattamento e via dicendo, mettono a dura prova le mamme ed i papà che hanno bisogno di un periodo di riposo per riprendersi dall’evento. Proprio per questo motivo alla mamma che lavora viene concesso un periodo di astensione retribuito dal lavoro per concedo parentale, la famosa “maternità”. E i padri? Anche i papà hanno un ruolo fondamentale nella vita familiare al momento della nascita non solo come concreto aiuto per le mamme nelle funzioni principali che riguardano il nascituro, ma anche tutte le funzioni e le incombenze che la mamma non può fare, come badare ad altri figli, alla casa partecipando in modo attivo alla formazione del nuovo nucleo familiare. Si tratta certamente di un periodo delicato, critico che una volta superato favorisce il buon sviluppo della famiglia e della coppia a lungo termine, e perché ciò avvenga è importante che anche il padre sia presente sin dal principio. Per questo motivo il Consiglio federale è incaricato di presentare al Parlamento alcune modifiche al Codice delle obbligazioni e alla legge sulle indennità di perdita di guadagno. Secondo il testo depositato, alla nascita di un figlio, il padre ha diritto a un congedo di paternità di qualche settimana, durante il quale dovranno essergli versate le indennità di perdita di guadagno secondo modalità analoghe a quelle del congedo di maternità.
Di regola, il congedo di paternità va preso durante le settimane successive alla nascita. In accordo con il datore di lavoro, può essere ripartito sull’arco del primo anno di vita del bambino. Considerati la crescente pressione che caratterizza la vita professionale e il tempo richiesto dagli spostamenti tra il domicilio e il luogo di lavoro, molti padri non possono dedicarsi alla famiglia nella misura auspicabile. L’introduzione di un congedo di paternità permetterà di ristabilire un certo equilibrio. In questo modo si cerca una soluzione che venga incontro ai bisogni specifici della singola famiglia, chi vuole può usufruire del congedo subito dopo la nascita del bambino oppure ha la possibilità di posticiparlo o di scaglionarlo nel tempo.Il concedo paternità, inoltre, risulta essere un buon investimento per la società visto che permette di prevenire le future difficoltà familiari e i costi che ne derivano.
Anche le aziende non subirebbero delle perdite poiché potrebbero gestire perfettamente l’assenza del collaboratore; basta, infatti, considerarla come un corso di ripetizione e integrarla nella pianificazione, come fanno di consueto. Inoltre, la possibilità di ripartire il congedo sull’arco di dodici mesi permette di trovare soluzioni che considerino conto anche degli interessi del datore di lavoro. Combinata con altri interventi di politica familiare, questa misura favorirebbe inoltre la natalità, contribuendo così a lungo termine all’equilibrio demografico e in particolare dell’AVS.