Ci sono persone che durante la digestione hanno problemi. I disturbi che si possono avvertire sono tanti. Ad esempio pesantezza di stomaco, digestione rallentata e, magari, senso di nausea. In questi casi, l’imbarazzo è notevole, anche perché c’è il rischia di eruttazioni inconsulte. Ci sono persone, poi, che avvertono urgente sensazione di fame, magari soddisfatta con poco cibo. Ci sono ancora difficoltà di digestione che sono accompagnate da un dolore acuto nella parte alta dello stomaco e spesso, se non lo si sa, ci si può sbagliare e scambiare la difficoltà a digerire con l’inizio di un infarto.
Ecco, siccome i disturbi sono diversi, è chiaro che bisogna prendere delle precauzioni che a volte, da sole, possono portare grandi benefici. Ad esempio, bisognerebbe evitare di coricarsi subito dopo pranzo, perché lo svuotamento avviene con tempi più lunghi, mentre bisognerebbe fare una passeggiata di mezz’ora, in modo da facilitare la digestione. Poi, bisognerebbe mangiare poco e spesso, non tre pasti al giorno ma cinque, ovviamente lasciando intatta la quantità totale. La sera, poi, è meglio non mangiare troppo e non coricarsi subito. C’è, inoltre, un consiglio molto semplice da dare: masticare bene il cibo. Provateci: funziona.
Un discorso a parte riguarda i cibi. Quelli speziati sono anche i meno tollerati, esattamente come quelli con molto condimento e le fritture. Bisogna evitare il caffè, la cipolla cruda, la cioccolata, la menta, le bevande gassate e soprattutto gli alcolici, perché irritano le mucose dello stomaco. Siccome non tutti soffrono degli stessi disturbi e non tutti i cibi hanno le stesse conseguenze, non sarebbe male tenere un diario su cui si possono annotare i cibi mangiati e quali sono i loro (eventuali) effetti. Quest’abitudine aiuta chi soffre di disturbi allo stomaco a distinguere con quali cibi si hanno più effetti indesiderati. In questo modo, si possono dare utili indicazioni al medico. In genere i cibi che si digeriscono meglio sono i pesci, le carni bianche (pollo, anatra, coniglio), la pasta poco condita, la frutta e la verdura. Un altro consiglio: mangiare la verdure come antipasto aiuta ad evitare che fermentino nell’intestino e che ci siano ristagni di gas. Quanto alla frutta, meglio consumarla (per chi soffre di stomaco) lontano dai pasti.
E’ chiaro che se questi consigli non dovessero essere sufficienti, si dovrebbe fare una gastroscopia, che consente di vedere lo stato di salute delle mucose dello stomaco e del duodeno, cioè la parte che collega stomaco e intestino, e dell’esofago, cioè quella parte che porta il cibo dalla bocca allo stomaco. Con la gastroscopia si possono prelevare frammenti di mucosa e verificare se non ci sia la presenza di un batterio, l’helicobacter pylori, in genere responsabile dei disturbi prolungati allo stomaco. Se dovesse essere riscontrata la presenza di questo batterio, ci sono le cure adatte per debellarlo, ad esempio antibiotici e farmaci che limitano la secrezione di succhi gastrici. Di solito, dopo circa dieci giorni i miglioramenti sono evidenti. Alcuni medici associano a questi farmaci i cosiddetti “procinetici”, cioè quelle medicine che aiutano lo stomaco a svuotarsi più rapidamente.