Una recensione
Ogni anno in Svizzera si dedica una domenica alla “Festa dei popoli”. Sorta ormai da un trentennio ad opera del mondo cattolico allo scopo di sensibilizzare le diverse etnie alla convivenza, l’iniziativa si è diffusa poi pure in Italia ed altrove. L’occasione ci porta a porre una domanda, specie al momento attuale in cui le discussioni nell’Europa Unita e sull’Europa Unita sono interminabili. La domanda è ricorrente: ma l’Europa che continua a sbandierare le proprie radici cristiane, come ha contribuito al progresso dei popoli? O non li ha piuttosto lungo la storia sfruttati? Partiamo dal 1500.
America Centrale e Meridionale: allorché Cristoforo Colombo arrivò nella Bahama la popolazione indigena del nuovo Mondo contava 50 milioni di abitanti. Un secolo dopo meno di 20 milioni.
Messico: in 30 anni da 1O milioni si calò ad un milione. Distrutte le civiltà degli Aztechi.
Perù: da 8 milioni ad un milione, perché gli Indios sotto gli spagnoli si rifiutarono di procreare. Distrutta la civiltà degli Incas.
Antille: scomparsi 2 milioni in 20 anni.
Amazzonia: indigeni sterminati ieri ed ancor oggi.
Argentina: l’ultimo indio della Patagonia è morto nel 1996. L’europa cristiana è stata assai poco umana nei confronti di quei popoli.
Africa: nel 1500 è iniziata la tratta dei negri per ripopolare le Americhe distrutte dalle conquiste spagnole e portoghesi e per garantire le piantagioni. Una deportazione violenta aggirantesi sui 10-15 milioni di esseri umani. La traversata atlantica durava più di un mese, con una mortalità del 50%. Su due persone una moriva per strada. In 300 anni 50 milioni di vittime L’odierna miseria africana, l’arretratezza, le guerre senza fine affondano le radici in quell’olocausto, cui sono seguite le dominazioni coloniali, saccheggi, lavori forzati, devastàzioni ecologiche.
Congo: nella seconda metà del 1800 divenne una colonia belga. Al tempo la popolazione arrivava a 10 milioni di abitanti. Dopo 30 anni sopravvissero meno della metà. La polizia belga tagliava le mani agli africani che non riuscivano a consegnare la quantità di caucciù imposta. Anche in questo continente l’Europa cristiana si comportò più selvaggia dei selvaggi.
Asia: le cose non andarono meglio. Culla di antiche civiltà distrutte dai colonialismi europei. India: favolosa nel 1600, ridotta alla miseria dagli inglesi. Il raffinato mausoleo costruito nel ‘600 a Taj Mahal simboleggia il culmine delle civiltà considerate inferiori. Distrutte dal colonialismo sistematicamente nei secoli a seguire. Verso il 1500 gli indiani, pellirossa, trasferiti nell’America del Nord arrivavano a 6-7 milioni. Alla fine dell’800 ridotti a meno di mezzo milione.
Cina: cultura egemone nel 1700, saccheggiata dall’Europa che nel 1890 dominava col sistema delle concessioni più di metà del territorio. Le guerre per l’oppio provocarono in quel tempo una decennale carestia, causa la quale morirono per fame oltre 10 milioni di persone.
Non andò meglio all’Insdonesia, alla Malesia, all’Indocina. Si salvò solo il Giappone perché riuscì ad imitare nel suo assetto produttivo e militare le strutture imperialistiche degli stranieri “dal naso lungo che puzzavano di cadavere”.
L’Oceania: alla civiltà occidentale pagò un prezzo altissimo.
Gli Aborigeni dell’Australia: all’inizio del 1800 erano mezzo milione, in cento anni si ridussero a 30 mila. Anche oggi ai genitori vengono sottratti i figli per farli crescere come servi domestici.
Così dicasi della Nuova Zelanda dove nel 1800 guerre ed epidemie portarono i Maori in un secolo da 300 a 40 mila.
Così per gli Hawaiani, da 300 mila a 20 mila pure nello spazio di un secolo.
In Oceania e in Polinesia per giustificare ogni sorta di genocidi gli europei cristiani divulgavano favole sui selvaggi che rifiutavano civiltà e religione bianca.
Europa: ci siamo fatti male da soli, cristiani contro cristiani, cattolici contro protestanti. Dimezzata la popolazione tedesca nella guerra dei trent’anni (1618-48). E nelle due guerre mondiali (1914-45 Italiani, austriaci, tedeschi, inglesi, francesi, tutti contro tutti) 60 milioni di morti. E oggi? Quasi 40 mila morti di fame e di stenti ogni giorno sono dai ricchi satrapi occidentali lasciati o fatti perire.
Dai 10 ai 15 milioni di esseri umani all’anno nel terzo mondo e paesi a suo tempo dagli europei depredati. Teniamoci stretta la nostra civiltà cristiana, ma come con la Shoah ebraica non fingiamo di ignorare gli orrori del passato. Storia senza gloria. Un libro nero, non del comunismo ateo, ma del capitalismo cristiano. Anche qui vale l’ormai noto proverbio: ricordare per non dimenticare. E oggi con tutta la canea contro gli estracomunitari, i profughi, terroristi compresi: che magari molti non ci vengano addosso ad esigere restituzione o per vendetta? Vale la pena porsi la domanda e dubitare: la vendetta è un piatto che si consuma a freddo. Anche qui: ricordare per imparare.
Albino Michelin
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