Nel giorno della misericordia due grandi Papi diventano Santi
Giornata storica, quella che si è svolta il lo scorso 27 aprile, la domenica della Divina Misericordia, data scelta da Papa Francesco per santificare due delle figure più di rilievo per la storia della chiesa degli ultimi tempi: Angelo Giuseppe Roncalli e Karol Wojtyla ovvero Papa Giovanni XXIII e Papa Giovanni Paolo II. Due figure storiche e religiose molto amate dai fedeli di tutto il mondo, due uomini di spessore che sono entrati nel cuore e nei ricordi di chi li ha vissuti negli anni del loro pontificato o negli anni successivi. La data acquista un certo significato considerata l’insistenza che dall’inizio del suo ”regno” il Papa latinoamericano ha posto sulla misericordia, in linea con l’insegnamento dei suoi immediati predecessori. Inoltre Papa Wojtyla, è morto alla vigilia di quella festa, da lui stesso istituita, e che indica l’influenza sulla sua spiritualità del culto della Divina Misericordia della suora polacca Faustyna Kowalska. E così Piazza San Pietro a Roma, diventa il centro del mondo, dove una folla di fedeli e pellegrini sono giunti da ogni angolo del globo terreste, superando giorni e notti di viaggio e battendo ogni tipo di record come ha fatto il piccolo Giovanni Paolo di soli tre mesi appena compiuti, il più giovane dei pellegrini giunto da Monaco di Baviera per la Canonizzazione dei due Papi. Roma ha reagito benissimo all’“invasione” dei fedeli che si sono riversati sulle strade della Capitale concentrandosi soprattutto nella centralissima Piazza San Pietro: non sono stati registrati disordini e tutto è andato come previsto nel giorno Santo dei due Santi!
È stato proprio l’attuale Papa Francesco a scegliere e volere lo stesso giorno per la Canonizzazione dei suoi due predecessori e per fare questo ha dovuto dispensare Papa Roncalli della certificazione di un miracolo avvenuto e declinare gentilmente le pretese di chi desiderava una cerimonia esclusiva per il Papa polacco. I due Papi dovevano essere santi assieme, probabilmente perché Roncalli e Wojtyla sono stati vissuti dai fedeli nel medesimo modo, nella loro umanità, nelle loro piccole grandi rivoluzioni, nel loro coraggio di cambiare le cose, di stare con e in mezzo alla gente anche nella sofferenza. “Due uomini coraggiosi, che hanno dato testimonianza alla Chiesa e al mondo della bontà di Dio. E che pure hanno contribuito in maniera indelebile alla causa dello sviluppo dei popoli e della pace” ha pronunciato Papa Francesco durante il momento solenne della santificazione dei suoi predecessori. Il momento è storico: quattro Papi, di cui due santi, di fronte un milione di fedeli circa, nello stresso momento in Vaticano sotto gli occhi del mondo intero, è un momento raro, difficile che si possa ripetere e a cui noi tutti abbiamo avuto la fortuna di esserne testimoni. Le reliquie di Papa Roncalli (un pezzetto di pelle) sono state portate all’altare da don Ezio Bolis, direttore della Fondazione Giovanni XXIII mentre i nipoti del “Papa buono” avevano portato le lampade. Quelle di Wojtyla (una piccola ampolla con il sangue) dalla seconda “miracolata”, la costaricana Floribeth Mora Diaz, mentre la prima, la suora francese Marie Simon-Pierre, ha letto una delle preghiere dei fedeli.
Al termine della messa, nel primo pomeriggio, con un lunghissimo serpentone di folla, è iniziata la venerazione dei fedeli sulle tombe dei due nuovi santi, all’interno della basilica vaticana.
I numeri e i volti della Canonizzazione:
Papa Francesco ha Santificato i suoi predecessori nella messa concelebrata in Piazza San Pietro con un altro Pontefice, il Papa emerito Benedetto XVI e con 850 tra cardinali e vescovi, una celebrazione iniziata alle ore 10 della mattina e conclusa alle ore 12:20 circa. Presenti diverse delegazioni da tutto il mondo, dai capi di Stato e di Governo alle teste coronate. Tra quest’ultime, il granduca di Lussemburgo Henry con tutta la famiglia, il principe Hans Adam II del Liechtenstein e il duca di Gloucester Richard. Importanti i nomi della delegazione italiana guidata dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, accompagnato dalla signora Clio, seduto in prima fila, lato piazza. Matteo Renzi e la moglie Agnese siedono in terza fila con i presidenti di Camera e Senato,Laura Boldrini e Pietro Grasso. A rappresentare l`esecutivo anche i ministri Federica Mogherini, Maria Elena Boschi e Maurizio Martina. In piazza anche il sindaco di Roma, Ignazio Marino. Presenti anche i capi di Stato di Bosnia Erzegovina, Bulgaria, Croazia, Camerun, Ecuador, El Salvador, Gabon, Guinea Equatoriale, Libano, Lituania, Slovacchia, Ungheria, Zimbabwe e Aruba. A fine cerimonia Bergoglio si è fermato a salutare personalmente tutte le delegazioni e le autorità presenti. Grande partecipazione ed emozione da parte degli 800 mila fedeli sparsi nei dintorni del Vaticano: 500 mila stretti in Piazza San Pietro e in Via della Conciliazione, altri 300 mila in altre aree della Capitale dove erano stati disposti dei Maxi schermi per l’occasione. Forte commozione e soprattutto una grande ovazione nel momento in cui Bergoglio ha pronunciato la formula di santità dei due Papi, dalla sterminata folla si è alzato un unico grido: “Viva il Papa!”.