Dal 15 luglio le sale svizzere proietteranno “Lacci”, l’ultimo lungometraggio di Daniele Luchetti
I “lacci” sono quelli che ci tengono legati a qualcosa. Possono essere utili, ma possono anche essere tanto stretti da far male. Come può fare male una relazione quando siamo costretti a subirla, allo stesso modo di Vanda e Aldo che stringono troppo stretti i loro lacci soffocando non solo se stessi in quella relazione, ma anche i figli, coinvolti loro malgrado.
“Come ti allacci le scarpe?” chiede il figlio al padre in un bar. Perché dai genitori si impara ad allacciare le scarpe e a stringere le relazioni. Aldo, il protagonista, ha quel modo “ridicolo” di allacciare le scarpe e allo stesso modo non riesce a creare relazioni stabili e solide con le donne, prima fra tutte con la moglie, Vanda, la madre dei suoi figli, Anna e Sandro, che proprio dal padre ha imparato ad allacciarsi le scarpe, mentre la più grande lo avrebbe voluto apprendere. Ma con Vanda il legame è ormai creato, i loro lacci sono i figli che li costringono a dover stare uniti anche quando sarebbe meglio il contrario.
Tratto dal romanzo omonimo di Domenico Starnone, l’ultimo film di Daniele Luchetti, “Lacci”, attraverso la storia di Vanda e Aldo, porta sullo schermo il dramma di quelle relazioni che non riescono a sciogliersi a causa di lacci troppo stretti. Il film si divide in tre parti distinte, una prima parte ambientata negli anni ’80 con la giovane coppia – interpretata da due eccellenti Luigi Lo Cascio e Alba Rohrwacher – sposata e con figli piccoli. I due attraversano una profonda crisi che porterà Aldo a lasciare la casa coniugale per vivere con la nuova compagna e Vanda nella disperazione profonda tra tentativi di riallacciare col marito e tentativi di suicidio. Nella seconda parte la coppia – interpretata adesso da Laura Morante e Silvio Orlando – è ormai anziana, i toni drammatici della prima parte hanno lasciato spazio a toni più ironici e scambi di battute beffarde, mentre si accavallano i ricordi della loro storia e della crisi, fino a ritrovarsi in una casa, piena di memorie passate e cocci rotti impossibili da riparare.
Nella terza parte i protagonisti sono i figli, Anna e Sandro, oramai grandi, reduci e riflesso di quello stesso legame che li ha costretti a subire i tormenti dei lacci o troppo ridicoli o troppo stretti. Interpretati da Giovanna Mezzogiorno e Adriano Giannini, i due figli portano allo scioglimento definitivo del nodo mostrando, metaforicamente e concretamente, le ragioni dei cocci rotti e irreparabili di quella relazione.
L’opera di Daniele Luchetti, che si avvale della sceneggiatura dell’autore del romanzo da cui è tratta la pellicola, Domenico Starnone, insieme a Francesco Piccolo, ha aperto la 77a Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia. Inoltre, il film è stato scelto per le sezioni di gala del Festival del cinema di Zurigo e del Festival del cinema di Ginevra e, a partire dal 15 luglio, sarà visibile al grande pubblico in tutte le sale svizzere.
Redazione La Pagina