Un audio di Silvio Berlusconi trapelato da una riunione a porte chiuse sconvolge il giorno delle Consultazioni al Quirinale
Iniziano oggi le consultazioni al Quirinale con il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella che in mattinata ha ricevuto al Quirinale il Presidente al Senato Ignazio La Russa e il Presidente alla Camera Lorenzo Fontana, nella giornata di giovedì e venerdì proseguiranno le consultazioni. Eppure la giornata di oggi è sconvolta dagli audio che sono trapelati il giorno prima da una riunione a porte chiuse del leader di Forza Italia con i deputati del partito, ancor più gravi delle dichiarazioni sullo scambio di lettere “dolcissime” e regali in bottiglia con il presidente russo Putin.
L’audio rubato ci regala dichiarazioni che shock tra cui alcuni flash sugli esordi della guerra in atto: “Nel 2014 a Minsk si firma un accordo di pace tra l’Ucraina e le due neocostituite repubbliche del Donbass, senza che nessuno attaccasse l’altro. L’Ucraina butta al diavolo questo trattato un anno dopo e comincia ad attaccare le frontiere delle due repubbliche che subiscono vittime tra i militari che arrivano, mi si dice, a 5-6-7mila morti. Poi arriva Zelensky che triplica gli attacchi alle due repubbliche”. E poi continua: “Allora si decide a inventare una operazione speciale: le truppe dovevano entrare in Ucraina, in una settimana raggiungere Kiev, deporre il governo in carica e imporre un governo già scelto dalla minoranza ucraina di persone per bene e di buon senso, un’altra settimana per tornare indietro”. A questo punto – spiega ancora il Cavaliere – succede però che Putin si trova una resistenza ucraina inaspettata e Putin osserva “che hanno cominciato dal terzo giorno a ricevere soldi e armi dall’Occidente”, “e la guerra, invece di essere un’operazione di due settimane – conclude – è diventata una guerra di duecento e rotti anni”. Ma Berlusconi si è lasciato andare anche in commenti poco eleganti nei confronti del presidente ucraino Zelensky: “Non fatemi dire che cosa penso di lui” – frase sottolineata dagli applausi dei parlamentari azzurri – e nei confronti dei leader americani e occidentali dei quali svela che “il vero problema è che non ci sono più leader in Ue e negli Usa”.
L’audio shock fa il giro delle reti italiane e dei social, raccoglie polemiche da parte di tutti i politici dell’opposizione, oltrepassa i confini italiani e riceve tutti commenti spietati sull’accaduto, mentre mette in grosse difficoltà Giorgia Meloni e il governo nascente, tanto che la Premier in pectore si trova costretta a prendere le distanze dalla posizione di Silvio Berlusconi con una dichiarazione: “Su una cosa sono stata, sono, e sarò sempre chiara, intendo guidare un governo con una linea di politica estera chiara e inequivocabile. L’Italia è a pieno titolo, e a testa alta, parte dell’Europa e dell’Alleanza atlantica. Chi non fosse d’accordo con questo caposaldo non potrà far parte del governo, a costo di non fare il governo”. Lapidaria – dopotutto le dichiarazioni di Meloni sono sempre più centellinate in questo momento così delicato – e chiara nella posizione in politica estera del suo governo in questo suo intervento alla questione che si fa sempre più complicata.
La risposta di Silvio Berlusconi è giunta immediatamente attraverso una nota dove conferma la sua posizione europeista: “In 28 anni di vita politica la scelta atlantica, l’europeismo, il riferimento costante all’Occidente come sistema di valori e di alleanze fra Paesi liberi e democratici sono stati alla base del mio impegno di leader politico e di uomo di governo. Come ho spiegato al Congresso degli Stati Uniti, l’amicizia e la gratitudine verso quel Paese fanno parte dei valori ai quali fin da ragazzo sono stato educato da mio padre. Nessuno, sottolineo nessuno, può permettersi di mettere in discussione questo” E continua: “La mia posizione personale e quella di Forza Italia non si discostano da quella del governo italiano, dell’Unione europea, dell’Alleanza atlantica né sulla crisi ucraina, né sugli altri grandi temi della politica internazionale. Lo abbiamo dimostrato in decine di dichiarazioni ufficiali, di atti parlamentari, di voti alle Camere”. Di chi è la colpa? Ovviamente lo spiega sempre il Leader di Forza Italia: “La colpa non è degli organi di informazione, ovviamente costretti a diffondere queste notizie, è di chi usa questi metodi di dossieraggio indegni di un Paese civile”.
Redazione La Pagina