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22 November 2024
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Interviste

Quella particolare italianità a Hong Kong…

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Andrea Giagnoli, ex-vice direttore dell’Istituto Italiano di Cultura di Zurigo, dall’inizio dell’anno ricopre un nuovo incarico: si è trasferito a Hong Kong dove è il nuovo direttore della sede dell’Istituto della città cinese. Vediamo come si manifesta l’italianità a Hong Kong…

Andrea, qual è stato il primo impatto con Hong Kong?
Il primo impatto è stato sorprendente per molti aspetti. All’atterraggio si ha subito la netta sensazione di essere in un luogo molto lontano e diverso dall’Europa e per me ne è conseguito senza dubbio un senso di spaesamento. Dall’altra parte però ho trovato un’infrastruttura e dei servizi molto moderni e funzionali, e con l’inglese indubbiamente si riesce a comunicare (quasi sempre).
Fin dal primo momento ho percepito questa nota di contraddittorietà. Credo che comunque, per chi si trasferisce in questa area del mondo, Hong Kong sia una delle città più facili da dove partire.

Che italianità hai trovato?
L’ambiente dell’italianità qui è molto particolare. Gli italiani sono relativamente pochi, all’AIRE si contano circa 3000 iscritti, mentre ad esempio c’è una grande comunità francese, forte di circa 18.000 persone.
La maggior parte degli italiani che sono qui provengono dal nostro Settentrione e molti sono imprenditori, accademici, in generale persone molto qualificate e intraprendenti; molti sono i giovani. Questo è ovviamente anche il frutto di una politica di visti molto restrittiva per gli Europei che scelgono di stabilirsi ad Hong Kong.

Ci racconti delle differenze tra l’ambiente culturale italiano a Zurigo e Hong Kong?
L’ambiente culturale italiano è presente, ed è indubbiamente giovane e vivace. Gli eventi organizzati dall’Istituto Italiano di Cultura, che è stato aperto solo nel 2011, hanno un grande successo di pubblico, con una media di 300-400 partecipanti ad evento, per la gran parte hongkonghini interessati a conoscere la cultura italiana. Anche la Dante Alighieri è molto conosciuta e ben radicata sul territorio, con una ricca offerta di corsi di lingua italiana e una vivace attività di programmazione.
Colpisce vedere il numero di giovani che partecipano attivamente agli eventi di entrambe le istituzioni. Manca invece una presenza qualificata dell’italiano all’università: infatti, in nessuno dei locali atenei è attiva una cattedra di lingua e letteratura italiana. Questo è da attribuirsi anche ad una predilezione locale per le materie scientifiche ed economiche e specularmente per uno scarso interesse verso le discipline umanistiche. Ovviamente, tali fattori devono essere tenuti in debita considerazione al momento della programmazione culturale.

In Svizzera si tiene sempre un occhio vigile sugli avvenimenti sociali e politici italiani, anche per la vicinanza territoriale, con particolare interesse attorno a tasse e tagli. Che interesse ha Hong Kong nei confronti di tali questioni?
Hong Kong ha uno status molto speciale all’interno della Cina. Infatti, dopo il termine del periodo coloniale britannico, è in vigore uno statuto speciale della durata di 50 anni che concede ad Hong Kong una grande autonomia. Basti pensare che Hong Kong e la Cina continentale sono divise da un confine e che c’è bisogno del visto per passare da un territorio all’altro. Ad Hong Kong la libertà di informazione appare evidente dalla varietà di testate giornalistiche e dal libero accesso alla rete web. Detto questo, le notizie in arrivo dall’Europa sulle principali testate locali sono solitamente poco approfondite.
D’altra parte, a differenza dei cinesi, gli hongkonghini non necessitano di visto per recarsi nello spazio Schengen, e molti ne approfittano per passare le vacanze in Europa e conoscerla in maniera diretta. L’Italia è sicuramente una delle principali mete di destinazione per i flussi in partenza da Hong Kong.

La cultura italiana nel continente asiatico: in che misura è presente nel territorio e come la popolazione autoctona la percepisce?
La cultura italiana è sicuramente identificata in Asia come una delle principali e più ricche espressioni della cultura occidentale. Sono sicuramente molto apprezzati i brand della moda italiana, oltre all’opera e alla musica in generale; nel campo dell’arte è particolarmente nota e ammirata la tradizione rinascimentale. Ho l’impressione comunque che una conoscenza approfondita sia appannaggio di pochi.
Del resto anche in Europa in pochi possono fregiarsi di una conoscenza approfondita della cultura asiatica, a meno di un forte interesse personale o di uno specifico percorso di studi.

“L’ambiente culturale italiano è presente, ed è indubbiamente giovane e vivace”

“Manca una presenza qualificata dell’italiano all’università”

Manuela Salamone

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