Questa è la storia dell’altra parte della luna, quella che vive nascosta dietro il volto sporco di una società che, cieca, cammina nel burrone, fuggendo dall’ammissione di un fallimento che si sta attuando, ancora una volta, al popolo Palestinese.
Questa è la storia di un mondo muto, cieco e miserabile, dove i pochi si sacrificano per i molti, dove il concetto di egoismo viene miseramente esaltato nella più totale indifferenza. Nel cuore di un mondo dove gli occhi sono neri come i carboni che bruciano i cuori dei bambini che, nelle grida della disperazione, hanno trovato il muro dell’ingiustizia.
Noi, tutti, siamo complici.
Ci sono guerre fatte per interessi economici e che dopo la miserabile depravazione cessano, lasciando nell’aria la triste consapevolezza che il male ha vinto nuovamente.
Mentre in Palestina non si esercita la crudeltà della guerra, lí si esercita lo sdradicamento dell’anima, dove la religione diventa la spada che, sgozzando, giustifica il malefico genocidio. Chi sovvenziona tutto questo? In prima fila c’è l’America, fatta di esaltazioni, dove le fabbriche belliche finanziano le candidature dei presidenti, e la falce della morte eroga banconote con i volti di innocenti, violentati in piena luce da un popolo, quello Ebreo Israeliano, che nella fusione araba, europea, africana, avrebbe dovuto includere l’alleanza che il “diverso”, era solo un altro modo di dire “noi” e invece, nella realtà, a cinghie tese, ha circonciso nel ghetto della morte i nostri figli e fratelli palestinesi.
Il mondo deve sapere che: non arrivano aiuti, ne cibo, acqua e le luci nel buio della notte non creano l’illusione di una casa, perché di case non ce ne sono più. Le famiglie sono state smembrate, dissolte come la polvere di macerie di cui noi oggi sopportiamo il peso dell’impotenza. In questo momento più che mai dobbiamo condividere in ogni luogo la nostra presenza, a mani aperte creando l’abbraccio della salvezza, per loro, per i nostri figli, per un mondo migliore. FREE PALESTINA.