È la scena più tipica e, nello stesso tempo, più epica delle favole: alla fine il tenace cavaliere si scontra con l’ingombrante drago per la conquista del castello. Le favole sono pura fantasia, ma qui si rischia sul serio.
Ad una settimana dalla somma decisione, la scelta si concentra sui due maggiori candidati, non più vociferati ma, per alcuni, fortemente sostenuti: Silvio Berlusconi, il Cavaliere, supportato dal centrodestra, e Draghi, che si è imposto più che altro per il suo attuale ruolo come candidato logico e consequenziale, oltre che per autorevolezza sulla scena europea, l’unico in questo momento in grado di contrastare l’avanzata del Cavaliere.
Ma come è possibile, si diranno in molti (non tutti), che si possa sostenere la proposta di Silvio Berlusconi come Capo dello Stato – un cavaliere non proprio senza macchie – dopo quello che negli anni ha rappresentato. Eppure, si sono ritrovati tutti alla corte del Cavalier Silvio, almeno tutto il Centrodestra compatto che si è palesato a supporto della sua nomina. Con Meloni e Salvini che hanno accettato di sostenerlo, però, non diventerebbe Presidente della Repubblica: occorrerebbero almeno altri 60 voti, più o meno, per i quali pare che il leader di Forza Italia abbia già sguinzagliato i cani da caccia per scovarli, soprattutto tra i grandi elettori, esponenti né di destra né di sinistra. Ma questo, più che un impedimento alla sua nomina, diventa la dimostrazione palese che il Cavaliere è più che in gioco.
Il suo più temibile avversario, Draghi, oltre a essere forte agli occhi dell’Europa, è popolarissimo tra gli italiani dove gode il 70% delle preferenze, ma ha molte meno possibilità in Parlamento. Se Draghi venisse eletto come presidente della Repubblica si tornerebbe a dover cercare il nuovo presidente del Consiglio e ciò a molti in questo momento non va o non conviene.
Dall’altro lato, se dovesse essere davvero eletto Berlusconi, siamo sicuri che Draghi rimarrebbe a presiedere il Consiglio dei Ministri?
Più che una favola, questa della scelta del nuovo Capo dello Stato sta diventando una tragedia!
In caso di incartamento tra questi due nomi “improbabili ma possibili”, in barba a tutti gli altri che di giorno in giorno compaiono – come Casini, Pera, Amato, Letta… –
ci sarebbe anche la carta jolly del Mattarella Bis che, con lo stupore di tutti, entrerebbe inaspettatamente in scena come il Deus ex Machina per risolvere la situazione.
In questa che ormai è diventata una tragica favola assurda e complicata, dove non c’è nessuna dama da salvare, ma addirittura una nazione intera, però, nessuno ha considerato un finale alternativo: e se per una volta fosse la dama del castello a salvare la Nazione?
Nessuno se lo aspetta un lieto fine, ormai è così difficile credere alle favole!
Redazione La Pagina
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