Risposta all’editoriale del 16 dicembre 2016 dal titolo “Stavamo meglio quando stavamo peggio?”
Io mi sono chiesto “ma quando io stavo meglio?” a voi l’arduo dilemma. Anche in quella memorabile mattina alle ore 5 del 9 marzo 1939, mia madre si recava al lavoro e stava scendendo le scale di quel buio androne, con me nel pancino. Ne approfittai per scivolargli fuori, proprio sul granitico pianerottolo, il dottore disse “meglio di così ammaccati non potevate finire”.
Mio padre ansimante con la bicicletta in quella folle corsa, sbandò e sulla pietriscosa strada si conciò malamente, si ferì, comunque arrivò al nostro capezzale ed il buon dottore ci rifascio tutti e tre. Il tutto per colpa di quel imprevedibile destino forse anche malandrino ma per fortuna tutti vivi nella camera dell’ospedale ci accumunò. Gli amici e parenti e tutti quanti dissero che era nato l’imperatore dei graniti e marmi, e pertanto i grandi dottori in quel 1939 diedero inizio alla grande festa in tutto il mondo che durò fino al 25 aprile 1945. Essi e tutti quanti come loro non trovarono nulla di meglio che bombardarsi a vicenda, fregandosene di tutte le disagevoli e malvage situazioni che si autocreavano e colpirono anche noi pacifisti. L’incredibile è che fummo sempre ottimisti al punto di ripetere “domani la vita sarà ancora più bella”, e son sicuro che verrà il giorno che anch’io dirò “domani per l’eternità starò meglio!”. Peccato che non sarò in grado di dirvi stavo meglio prima, nei miei primi tribolati 100 anni, ma come su tutto continuo, sperando di risorgere come un raggio di sole che illumini le scolorate menti e riscaldi i loro glaciali cuori, affinché contribuiscano a risolvere i grandi problemi della gente. Forse solo così non rimpiangerò di essere rinato sotto forma di un bel raggio di sole.
Un buon 2016 farebbe bene a tutti!
Cordiali saluti
Mario Maffioli