Un mese senza trasmissioni come Porta a Porta, Ballarò e Anno Zero, cancellate per “regolamento”, almeno così come le abbiamo conosciute fino ad oggi, perché potremmo anche vederle in onda trasformate in delle “mega” tribune elettorali.
È questo l’effetto della decisione presa dalla Commissione di Vigilanza Rai che ha approvato il regolamento per l’applicazione della par condicio in tv in vista delle elezioni regionali del 28 e 29 marzo in Italia.
Tra le novità più importanti c’è proprio una norma che assimila alle regole della comunicazione politica nell’ultimo mese prima del voto anche le trasmissioni di approfondimento.
La legge è passata con i voti del centrodestra e del relatore, il radicale Marco Beltrandi, e con la netta opposizione del Pd, che ha abbandonato i lavori.
Il presidente della Rai Paolo Garimberti ha spiegato con chiarezza tutte “le criticità” che questa norma presenta: innanzitutto sotto il profilo giuridico, perché potrebbe porsi in contrasto proprio con la legge sulla par condicio che distingue nettamente comunicazione politica e informazione, e poi per quel che riguarda la modifica di tutti i palinsesti, i danni economici, il mancato rispetto dell’autonomia del lavoro giornalistico, “che vogliamo difendere – ha sottolineato Garimberti – perché riteniamo che i conduttori siano responsabili e in grado di assicurare l’equilibrio nelle loro trasmissioni, anche in momenti delicati come le vigilie elettorali. E non dimentichiamo il rispetto nei confronti del pubblico, che ha diritto a non vedere solo tribune”.
Il presidente Rai non ha lasciato spazio a interpretazioni indicando qual è l’unica strada per uscire da questa situazione: “È la Vigilanza che deve decidere, si assuma ogni responsabilità.
La Rai applicherà integralmente le norme”, chiarendo ulteriormente che “non si può pensare che gli effetti di un simile regolamento possano essere attenuati da interpretazioni delle norme fatte dalla Rai”.
“Sono profondamente deluso da questa normativa – ha dichiarato Garimberti prima di recarsi all’incontro convocato dal presidente della Commissione di Vigilanza, Sergio Zavoli – e dunque sarà tanto più assoluta e totale la rigidità nell’applicarla”.
Al termine della riunione Zavoli ha mostrato un cauto ottimismo affermando che “Siamo passati dallo scontro al confronto. È un primo passo. Dobbiamo farne altri. L’importante, per ora, è aver creato un clima di dialogo. È però d’obbligo la prudenza”.
Intanto Michele Santoro, Giovanni Floris e Lucia Annunziata, sostenuti dal sindacato giornalisti, hanno bollato il provvedimento come un attacco alla libertà; l’Usigrai ha annunciato l’inizio di una mobilitazione e le reazioni sul fronte politico non accennano ad attenuarsi.
Il segretario del Pd, Pierluigi Bersani, l’ha definita una situazione “assurda”, sostenendo che “occorre riconsiderare la scelta o limitare i danni”, mentre Paolo Romani, viceministro per le Comunicazioni, si augura che “questa applicazione rigorosa da parte della Vigilanza della par condicio serva a far capire a tutti quelli che si lamentano che questa legge va riformata”.