In questo momento al Consiglio Europeo sono in atto le trattative sul pacchetto Mff 2021-27-Recovery Plan: di cosa si tratta?
Alle 16 della giornata di oggi, si aprirà la quarta giornata delle trattative sul Recovery fund e il bilancio UE 2021-2027 e si cercherà di trovare un’intesa sulla questione tra i paesi membri. Le trattative avvenute nei giorni precedenti sono andate a vuoto, ma il presidente del Consiglio Giuseppe Conte è convinto che il confronto diventa sempre più risolutivo poiché “ci stiamo avvicinando allo zoccolo duro delle rispettive posizioni”. Pare che il presidente del Consiglio Europeo Charles Michel voglia proporre una soluzione che prevede una riduzione dei trasferimenti a 400 miliardi e 390 miliardi del Recovery Plan. Questo giocare al ribasso sul pacchetto Mff 2021-27-Recovery Plan, “intervenendo a ridurre l’ammontare, a compromettere l’efficacia, a frapporre vari ostacoli operativi”, inizia a far sorgere il sospetto che “non si voglia rendere effettivo uno strumento che è nell’interesse di tutti che funzioni” afferma Conte. Nella plenaria di oggi però si spera dunque di arrivare ad un’intesa.
Ma di cosa stiamo parlando? Cosa sarebbe questo Recovery Plan?
Letteralmente significa “fondo di recupero” ed è il fondo di risorse dell’Europa all’emergenza causata dalla pandemia da Covid-19. Si tratta di un fondo di ripresa associato al bilancio a lungo termine dell’Unione Europea, dal 2021 al 2027, per il quale lo scorso 27 maggio, la Commissione europea ha presentato una proposta da 750 miliardi di euro. L’Europa recupererebbe liquidità utile attraverso l’emissione di particolari “Recovery Bond”. L’intera iniziativa è chiamata anche “Next generation EU”. In poche parole, il fondo servirebbe per finanziare la ripresa di tutti i Paesi più colpiti, tra cui l’Italia. Anzi, all’Italia, in quanto Paese più colpito dalla pandemia Covid-19, spetterebbe la fetta più grossa, ovvero circa 172 miliardi, di cui 81,8 miliardi stanziati a fondo perduto e prestiti ulteriori per 90,9 miliardi. La seconda nazione è la Spagna a cui andrebbero 140 miliardi di euro (77 di sovvenzioni e 63 di prestiti). Seguono la Francia e la Germania. Alla scadenza dei titoli emessi (i Recovery Bond), il pagamento spetterà alla Commissione europea e non ai singoli paesi membri. Essendo inoltre titoli a lunga scadenza, la Commissione prevede infatti che il pagamento non avverrà prima del 2028 e dopo il 2058.
L’opposizione dei frugali
I Paesi ribattezzati “frugali”, cioè Danimarca, Svezia, Paesi Bassi e Austria, sono i Paesi che hanno una posizione di maggior contenimento del bilancio Europeo. Questi Paesi non sono d’accordo alla proposta di Francia e Germania di stanziare denaro a fondo perduto agli Stati colpiti dalla pandemia mentre sono favorevoli a prestiti. Inoltre vorrebbero abbassare il totale del fondo e non sono d’accordo anche alla raccolta di soldi sul mercato e all’introduzione di nuove tasse.
Per questo motivo l’appuntamento di oggi è importante. “La soluzione da 400 miliardi” di sussidi nel Recovery plan “condurrebbe un maggiore sconto (rebates) per i Paesi che ne hanno diritto e quella da 390 miliardi un minore sconto”, ha affermato Conte commentando la proposta del presidente del Consiglio europeo, Charles Michel con una soluzione con una riduzione dei grants a 400 miliardi e 390 miliardi. “In questo momento ci stiamo avvicinando allo zoccolo duro delle rispettive posizioni e il confronto diventa più risolutivo: spero si possa iniziare a valutare alcuni aggiornamenti delle poste, frutto dell’intensa negoziazione di questi giorni”, ha aggiunto Conte.