Trovato accordo per reddito ad inclusione. Gentiloni: “impegno per la dignità e la libertà dal bisogno”
Arriva il sostegno economico per le famiglie sotto la soglia della povertà e entro la fine di aprile verranno approvati i decreti. Nel frattempo il premier Paolo Gentiloni e l’Alleanza contro le povertà hanno raggiunto i punti d’intesa che costituiscono il Memorandum e che determinano l’accesso dei beneficiari, i criteri per stabilire l’importo e come mantenerlo in determinate condizioni, come per esempio quando si trova occupazione. Questi e molti altri punti sono presenti nel Memorandum che rappresenta un momento di lotta condivisa contro la povertà e l’introduzione di misure mirate al mantenimento della stessa.
Chi rientra nel reddito di inclusione
Tra i punti più importanti decisi nell’intesa tra l’Alleanza e il governo vi sono i criteri di accessibilità al Reis (Reddito inclusione sociale) tra i quali quelli che riguardano il reddito ISEE e in particolar modo per quanto riguarda i possessori di casa i quali possono accedere al Fondo con un reddito ISEE non superiore ai 6 mila €.
Vengono inoltre stabiliti i criteri con cui viene deciso l’importo della somma ricevuta come beneficio economico e l’erogazione deve coprire il 70% della differenza calcolata non deve essere inferiore all’assegno sociale mensile. Dall’importo vengono sottratte le somme percepite dalle altre misure assistenziali percepite dal nucleo familiare, ad eccezione dell’indennità di accompagnamento. Inoltre, per evitare che il beneficio si trasformi in un disincentivo alla ricerca di un’occupazione stabile, il Ministero del Lavoro sta studiando dei meccanismi per i quali la misura, in versione ridotta, venga erogata anche nel caso di incremento del reddito al di sopra della soglia di accesso al beneficio. Nel Memorandum si toccano anche altri punti come finanziamento strutturale per i servizi connessi al Reis, le attività di promozione, sostegno e implementazione del Reis e un piano di monitoraggio per verificare l’applicazione del Reis su tutto il territorio nazionale.
Gentiloni: “Insieme per impegno rilevante”
Da palazzo Chigi, dove è stato firmato il Memorandum d’intesa, Gentiloni esprime tutta la sua soddisfazione per l’intesa raggiunta: “Il reddito di inclusione per due milioni di persone è un impegno per la dignità e la libertà dal bisogno” afferma il Premier. “Questa sala ci dice che governo e Alleanza contro la povertà, un arcipelago molto vasto di forze sociali e sindacali, sono insieme per un impegno rilevante e si ripromettono di lavorare insieme”. Per la prima volta l’Italia si dota di “uno strumento universale” e, spiega Gentiloni, che i decreti legislativi della legge delega “arriveranno entro fine mese”. La crisi che abbiamo attraversato, la più grave dal dopo-guerra, ci ha lasciato un incremento della povertà, ci sono 1,5 mln di famiglie povere. Chi governa deve riconoscere il problema e tra i meriti dell’Alleanza c’è il merito di aver alimentato un atteggiamento esigente verso questo problema”.
Camusso: passo importante ma non sufficiente
Mentre il ministro del Lavoro Giuliano Poletti si dice soddisfatto il risultato raggiunto, poiché con il Reddito inclusione non ci si limiterà a dare un sostegno economico alle famiglie in condizione di povertà ma si prenderanno un carico questi nuclei con l’obiettivo dell’uscita da questa condizione, per la segretaria della Cgil Susanna Camusso le risorse di 2 miliardi a disposizione “sono ancora insufficienti a determinare che questo sia un processo universale, ma intanto pensiamo di aver messo la prima pietra. Il reddito di inclusione costituisce “un passo importante anche sul piano del metodo: quello di riconoscere l’Alleanza contro la povertà che da anni sta proponendo una scelta sul tema inclusione e non solo sussidi. Si tratta di una scelta per uscire davvero dalla trappola della povertà, per costruire processi di inclusione e di lavoro che sono poi quelli fondamentali per avere una prospettiva di vita”.
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