Si vota il 12 giugno per le elezioni comunali e i quesiti referendari sul tema giustizia. Gli italiani all’estero possono votare per corrispondenza, per essere valide le schede devono arrivare entro il 9 giugno 2022 presso l’Ufficio consolare di riferimento
Cominciano ad arrivare i plichi per le votazioni italiane del 12 giugno, data in cui sono previste le elezioni comunali italiane alle quali sono interessati 26 Capoluoghi, 978 comuni e ben 8 milioni e mezzo di italiani. Lo stesso giorno gli italiani saranno chiamati a rispondere anche ai quesiti referendari ammessi dalla Corte Costituzionale sul tema della giustizia, promossi da Lega e radicali. Non tutti, però, hanno ancora ben chiaro di cosa si tratta. Vediamo nello specifico cosa chiedono i 5 quesiti referendari.
Scheda rossa
Quesito referendario numero 1: Abrogazione del Testo unico delle disposizioni in materia di incandidabilità
Abrogazione del Testo unico delle disposizioni in materia di incandidabilità e di divieto di ricoprire cariche elettive e di Governo conseguenti a sentenze definitive di condanna per delitti non colposi.
– Chiede in sostanza l’abrogazione della “legge Severino”, ovvero la legge n.190 del 2012 che prevede l’incandidabilità, l’ineleggibilità e la decadenza automatica per parlamentari, membri del governo, consiglieri regionali, sindaci e amministratori locali nel caso di condanna per reati gravi. Ma la legge in questione prevede anche un periodo di sospensione temporanea dall’incarico (di massimo 1 anno e mezzo) per gli amministratori locali in caso di condanna non definitiva. Quest’ultimo aspetto della legge Severino è il più criticato dai sostenitori del Sì.
Ma se passasse il Sì la legge Severino verrebbe abrogata totalmente (quindi i condannati per reati gravi in via definitiva potrebbero tornare candidabili) e questa è invece il motivo che avanzano i sostenitori del NO.
Scheda arancione
Quesito referendario numero 2: Limitazione delle misure cautelari.
Abrogazione dell’ultimo inciso dell’art.274, comma 1, lettera c), codice di procedura penale, in materia di misure cautelari e, segnatamente, di esigenze cautelari, nel processo penale.
– Viene chiesto di togliere la “reiterazione del reato” (abrogazione dell’ultimo inciso dell’art.274, comma 1, lettera c) dai motivi per cui i giudici possono disporre la custodia cautelare in carcere o i domiciliari per una persona durante le indagini e quindi prima del processo.
Se la modifica venisse approvata, un giudice potrebbe disporre la custodia cautelare in carcere, per esempio, solo se ritenesse concreto il pericolo che l’indagato possa commettere reati con l’uso di armi, con la criminalità organizzata o contro l’ordine costituzionale; non rientrano i casi come spaccio aggravato o corruzione.
Secondo i sostenitori del Sì, ci sarebbe un uso sproporzionato di questo provvedimento che invece dovrebbe essere un’eccezione.
Invece i sostenitori del NO, considerano già troppo circoscritte le possibilità in cui il provvedimento di custodia cautelare è applicato e un’ulteriore limitazione potrebbe essere pericoloso per la sicurezza dei cittadini.
Scheda gialla
Quesito referendario numero 3: separazione delle funzioni dei magistrati.
Abrogazione delle norme in materia di ordinamento giudiziario che consentono il passaggio dalle funzioni giudicanti a quelle requirenti e viceversa nella carriera dei magistrati.
– Il quesito chiede in sostanza che sia impedito ai magistrati che durante la propria carriera possano rivestire anche il ruolo di giudice (che appunto giudica in un procedimento) e quello di pubblico ministero (coordina le indagini e sostiene la parte accusatoria) passando dall’uno all’altro e viceversa.
Se passasse il Sì, il magistrato dovrà dunque scegliere in via definitiva se esercitare la funzione di giudice o quella di pm, e non potrà poi modificare la sua decisione e questo,
secondo i sostenitori del SÌ, aiuterebbe a garantire una maggiore imparzialità dei giudici.
Secondo i sostenitori del NO, invece, la magistratura dovrebbe essere un corpo unico e quindi non è possibile imporre una separazione definitiva, all’inizio della carriera, tra le funzioni requirenti e giudicanti.
Scheda grigia
Quesito referendario numero 4: partecipazione dei membri laici a tutte le deliberazioni del Consiglio direttivo della Corte di cassazione e dei consigli giudiziari.
Abrogazione di norme in materia di composizione del Consiglio direttivo della Corte di cassazione e dei consigli giudiziari e delle competenze dei membri laici che ne fanno parte.
– Attualmente solo i membri “togati” partecipano attivamente al processo di valutazione dei magistrati, mentre i componenti “laici” sono esclusi. Il referendum chiede invece che anche i membri laici, ossia gli avvocati e i professori universitari, possano votare in merito alla valutazione dell’operato dei magistrati e della loro professionalità.
Se i sostenitori del SÌ considerano che una tale scelta potrà sicuramente essere determinante per attenuare il peso delle correnti all’interno del Csm; i sostenitori del NO, invece, osservano che la questione dovrebbe essere risolta per via legislativa, e non referendaria.
Scheda verde
Quesito referendario numero 5: Riforma delle elezioni del CSM.
Abrogazione di norme in materia di elezioni dei componenti togati del Consiglio superiore della magistratura.
– L’ultimo quesito chiede che non ci sia più l’obbligo di un magistrato di raccogliere da 25 a 50 firme per presentare la propria candidatura al Consiglio Superiore della Magistratura. Il quesito chiede di abrogare quest’obbligo, facilitando quindi le procedure.
Se passasse il Sì, il potere delle correnti all’interno del Csm sarebbe senza dubbio attenuato, e questo è lo scopo dei sostenitori del SÌ.
Secondo i sostenitori del NO, invece, i processi elettorali sono sempre basati sulla conoscenza dei singoli candidati da parte degli elettori, quindi chi si candida deve avere necessariamente una base di consenso minima, ovvero le 25 firme.
Raggiungimento del quorum
Ciascun referendum sarà valido deve solo se alle urne si presenterà almeno la metà più uno degli aventi diritto al voto.
Come si vota
Affinché il voto risulti valido, ciascun elettore dovrà segnare una X sul SÌ se vuole abrogare la legge a cui si fa riferimento nel quesito. Dovrà segnare NO, se invece vuole che tutto rimanga come è.
Italiani all’estero
Tutti gli italiani all’estero iscritti all’AIRE o i connazionali temporaneamente all’estero per motivi di studio, lavoro o salute, possono votare per corrispondenza in modo che arrivi entro e non oltre il 9 giugno 2022 alle ore 16:00 presso l’Ufficio consolare di riferimento.
Redazione La Pagina