È un lunedì importante oggi per tutti gli italiani: con il risultato delle votazioni si potrebbero decidere cambiamenti determinanti. A parte le votazioni regionali che interessano ben 7 regioni italiane (in Valle d’Aosta, Veneto, Liguria, Toscana, Marche, Campania, Puglia), le amministrative che interessano 957 comuni italiani, gli occhi sono puntati soprattutto sul risultato del Referendum Costituzionale che ha come unica finalità la riduzione del numero dei parlamentari italiani.
Infatti, se dovesse passare il Sì, il risultato più atteso, si avrà come effetto diretto la diminuzione del numero dei deputati che da 630 passano a 400 totali e dei senatori che da 315 passano a 200. Per noi all’estero il taglio è ancora più evidente, come più volte abbiamo evidenziato, la nostra già esigua rappresentanza passerebbe da 12 deputati a 8 e da 6 senatori a 4. L’interesse vivo a questo Referendum Costituzionale è evidente anche dall’affluenza alle urne che nella giornata di ieri 20 settembre, primo giorno di votazioni, ha segnato il 40% della presenza degli aventi diritti al voto. Questa volta, però, sono stati ben attenti a non farne un referendum sul Governo, come invece avvenne nel 2016, quando a chiedere la riduzione dei parlamentari è stato il Governo Renzi e gli italiani preferirono non tanto lasciare intatta la Costituzione quanto affossare l’allora premier Matteo Renzi.
Tra i maggiori sostenitori del SÌ, inutile dirlo, il M5s che sta per vedere realizzato un risultato, uno di quelli tanto urlati nelle piazze e che motivano con la riduzione della spesa pubblica, uno snellimento dei processi decisionali e quindi una maggiore efficienza dello stesso Parlamento. Come avverranno queste conseguenze, però, non è ben chiaro. “Questa è una riforma per i cittadini. È una riforma che rilancia il Paese, lo modernizza, lo rende competitivo, lo riallinea agli standard europei e ci farà risparmiare 300 mila euro al giorno” dice orgoglioso Luigi Di Maio che già assapora la vittoria. Il SÌ è supportato da Pd, Lega e FdI.
Per il NO si schierano tanti altri partiti e singoli protagonisti della politica, primo fra tutti, anche se non detto apertamente, Silvio Berlusconi, per il quale “fatto così, come lo vogliono i grillini, il taglio dei parlamentari rischia di essere solo un atto di demagogico che limita la rappresentanza, riduce la libertà e la nostra democrazia”.
Diciamolo: a sentire le motivazioni di tutti, sembrano aver tutti ragione, come avviene spesso in politica. Anche quando si scontrano gli elettori mostrando le proprie ragioni di voto, sembrano aver tutti ragione, soprattutto quando uno schieramento chiede all’altro di non fare un voto di pancia o voto emotivo. Gli elettori che voteranno per il Sì, infatti, chiedono di non fare un voto di pancia votando solamente per far torto al MoVimento; dall’altra parte, invece, si chiede di non cedere alla rabbia contro la tanto odiata “casta” votando SÌ solamente per veder ridotto il numero dei parlamentari che guadagnano troppo senza rappresentarci a dovere, senza però tenere in considerazione tutto il contorno.
Non manca molto, solo poche ore ancora e le urne saranno chiuse: finalmente vedremo chi avrà la meglio o semplicemente chi ha la pancia più grossa…