Respinto il ricorso sul quesito del referendum. Il “Sì” in rimonta ma “No” ancora in vantaggio. Quota di indecisi ancora alta
Il ricorso presentato da M5s e Sinistra italiana (Si) sul quesito del referendum è stato respinto dal Tribunale amministrativo regionale (Tar) del Lazio. Ad inizio ottobre il ricorso era stato presentato perché la formulazione del quesito referendario è stata giudicata ingannevole e faziosa. Il Tar nel suo comunicato ha spiegato la sentenza sul ricorso “inammissibile per difetto di giurisdizione”. Il quesito che comparirà sulla scheda era già stato valutato e ammesso dalla Corte di Cassazione e solo l’Ufficio centrale della Cassazione come organo rigorosamente neutrale può essere destinatario di ricorsi. La netta sentenza del Tar Lazio apre la strada al referendum del 4 dicembre, ma gli oppositori non si arrendono. Per Renato Brunetta, “il Tar non ha dato nessun giudizio sul quesito” e Loredana De Petris (Si) ha dichiarato che “se è solo difetto di giurisdizione non ci sarebbero voluti tre giorni per la sentenza”. Non si arrendono neanche i cinquestelle che dichiarano di valutare se intraprendere nuove azioni. Ma poiché non è competenza della giustizia amministrativa e civile, gli altri ricorsi, di Valerio Onida presentato al tribunale civile di Milano e dell’associazione dei consumatori Codacons, appaiono pregiudicati.
Intanto il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, continua la sua battaglia referendaria. Durante la sua visita al presidente americano Obama, il premier ha incassato l’appoggio di Obama, che auspica un “Sì” referendario. È probabile che avrà un’influenza, ma non massiccia. Anche l’abolizione di Equitalia, la società incaricata della riscossione dei tributi su tutto il territorio nazionale, ha il suo peso nella campagna referendaria. I sondaggi stimano uno spostamento dei voti dell’1-2 per cento. Si registra un avvicinamento marginale al “No”, che è ancora in testa ma di poco. Il trend a favore della riforma si nota, ma soltanto un istituto (Demopolis) registra il sorpasso, indicando il “Sì” al 51%. Gli esperti spiegano il recupero grazie all’impatto mediatico di alcune misure annunciate dal governo, oltre a Equitalia, ad esempio, gli interventi sulle pensioni. Inciderebbero di più rispetto ai brindisi o alle dichiarazioni di leader internazionali. All’elettorato interessa più il proprio portafoglio delle opinioni di un diplomato internazionale e ciò dimostra come il referendum appaia un voto sull’esecutivo anziché sulla Costituzione.
La rimonta del “Sì” non è ancora completata e gli esperti concordano che la psiche dell’elettorato conti molto. La convinzione ferrea di Renzi sulla riforma costituzionale tiene sulle corde l’elettorato. Sarà importante fare pesare gli argomenti e le misure a ridosso del 4 dicembre. “Molti elettori decideranno (circa il 15%) nell’ultima settimana, il 4% addirittura nella cabina elettorale”, auspica Antonio Noto a nome di Ipr. La partita resta aperta perché pesa la grande incognita degli indecisi. La riforma Boschi-Renzi ai più non è ancora chiara per potersi esprimere e sul tema regna una situazione d’incertezza. La rivelazione di Ipr Marketing indica che il 41% non conosce i temi referendari e in questo momento chi è in vantaggio nei sondaggi non è né il “Sì” né il “No”, bensì il “Non So”.
Gaetano Scopelliti