I risultati delle elezioni che si sono tenute in 7 regioni d’Italia hanno evidenziato una conferma debole del Pd e l’avanzata del partito del Carroccio. In netto calo l’affluenza alle urne
È vero, il Pd riesce a conquistare 5 regioni su sette, ma è anche vero che il Premier non può certo parlare di vittoria o guardare positivamente queste votazioni. Molti sono i punti che purtroppo mettono in cattiva luce questo risultato, primo fra tutti è la perdita della Liguria dove ha la meglio Giovanni Toti sulla candidata pd Raffaella Paita. Una vittoria personale di Berlusconi che, alla faccia di tutti quelli che lo davano per morto, politicamente parlando, riesce a dare questo duro colpo a Renzi. “Non sottovalutiamo – ha detto il presidente Pd Matteo Orfini – il risultato della Liguria, che è figlio di una scelta irresponsabile della sinistra che oggi festeggia una vittoria della destra”. Anche per quanto riguarda l’Umbria, da sempre di sinistra, ha avuto un risultato combattuto. Alla fine si afferma Catiuscia Marini (centrosinsitra) ma nelle prime proiezioni sembrava che potesse aprirsi una chance per il candidato di centrodestra Claudio Ricci.
Per quanto riguarda le altre regioni conquistate, c’è stato un testa a testa in Campania tra il sindaco di Salerno Vincenzo De Luca (eletto con il 39,9%) e Stefano Caldoro (38%). A nulla è servito quindi alla Bindi la presentazione della ‘black list’ stilata dalla presidente della commissione Antimafia proprio poco prima delle elezioni. In Puglia la vittoria scontata per Michele Emiliano il nuovo governatore e tra i primi a salutarlo il presidente uscente Nichi Vendola: “Complimenti sinceri affettuosi Emiliano per una vittoria così netta, forte, e auguri calorosi di buon lavoro, un lavoro che sarà durissimo, di una complessità incredibile”. In Toscana il governatore uscente Enrico Rossi (Pd) ha superato il 40% necessario ad assicurarsi la vittoria al primo turno, conquistando 48% seguito dal candidato della Lega Nord, Claudio Borghi (circa 20%). Nelle Marche il candidato del centrosinistra Luca Ceriscioli supera quota 40% delle preferenze, seguito dal candidato di M5s Gianni Maggi (21%). Si dimostra ottimista il vice-segretario del Pd Debora Serracchiani che ha parlato di una “vittoria netta e chiara”. “Siamo soddisfatti – ha commentato – del lavoro fatto in questi mesi: il risultato delle regionali ci colloca con chiarezza e determinazione nella prospettiva del 2018, ancora più determinati a portare avanti il processo delle riforme, che è stato supportato da un chiaro risultato sia a queste elezioni che alle precedenti”. Ma chi ne esce certamente vincitore è Matteo Salvini, che conquista il Veneto con il 50% e riconfermando il presidente uscente Luca Zaia.
Esulta Salvini che scrive minaccioso “Renzi, stiamo arrivando!”. “Per me inizia il difficile, perché il triplo dei voti significa il triplo di responsabilità”, ma “io voglio andare a vincere a livello nazionale, non mi interessa partecipare” dice il leader del Carroccio in un intervento in radio.Per quanto riguarda il M5s che si sono affermati come “movimento in ascesa”, come commenta Di Maio. Nonostante una campagna elettorale low profile, infatti, il Movimento Cinque stelle si conferma forza ormai radicata nel Paese con un tondo 20% quasi dappertutto. Infine, non è da sottovalutare il dato assolutamente negativo dell’affluenza alle urne, 52,2% in netto calo rispetto alle Europee dello scorso anno 58,6%.