Presso il Museo d’arte della Svizzera Italiana-MASI di Lugano è attualmente in corso LA LIGNE DE VIE, mostra sull’opera di René Magritte (1898-1967), maestro belga del surrealismo. Questa esposizione è uno dei primi risultati del nuovo corso deciso dall’attuale direttore Tobia Bezzola, che inserisce il MASI ed il centro espositivo Lugano Arte e Cultura-LAC nel gruppo dei grandi musei internazionali. Avvertenza al pubblico: la direzione è quella giusta. Veniamo a Magritte. Il titolo della mostra richiama una conferenza del 1938 in cui l’artista belga sintetizzava gli elementi della sua arte. Di formazione grafico, Magritte fu inizialmente affascinato dalle avanguardie cubiste e futuriste di primo Novecento. Sino alla sua scoperta della tecnica espressiva di un artista italiano di nobile famiglia palermitana: Giorgio De Chirico, iniziatore del surrealismo. In questa corrente espressiva l’arte si distingue per una particolare e sconcertante descrizione della realtà: gli oggetti e le immagini della nostra vita, come nei sogni, si trasformano in figure artistiche che superano il quotidiano. Si alterano in un modo, appunto: “surreale”. Il surrealismo diventa subito il tratto distintivo dell’opera di Magritte, come rappresentato dalla novantina di opere esposte a Lugano. Si inizia dalle prime tele, ancora influenzate da una celebrazione del dinamismo e della modernità futurista, per arrivare ad accostare nel medesimo salone due particolari opere, la “La traversée difficile” del 1926 del pittore belga, ed il capolavoro “Les plaisirs du poète”, del 1912, del suo ispiratore d’arte Giorgio De Chirico, che testimoniano la attrazione di Magritte per le tecniche espressive dell’artista italiano. Il loro confronto sottolinea la volontà di Magritte di giungere ad un effetto sconvolgente con oggetti che per quanto ci siano comuni vengono immaginati in un contesto inatteso. Meglio di ogni descrizione, il famosissimo quadro “La Grande Guerre”, del 1964, selezionato dagli organizzatori come manifesto della esposizione, riassume al pubblico la inquietudine artistica di Magritte: sullo sfondo di un panorama indefinito e dalle tinte neutre, spicca la figura un elegante gentiluomo vestito di nero, ma con il viso nascosto da una inattesa grossa mela di un sorprendente verde brillante. Completano la mostra documenti, fotografie, filmati, ed anche una serie di manifesti originali realizzati da Magritte. Prima di concludere torniamo al team direttivo del MASI e del LAC anticipandone alcune delle prossime iniziative. Nel primo semestre del nuovo anno sarà inaugurata una retrospettiva sul surrealismo svizzero. Non è che l’inizio: nella estate 2019 seguirà la esposizione “Hodler-Segantini-Giacometti: Capolavori delle Fondazione Gottfried Keller”. Risultato di un lavoro organizzativo congiunto tra il MASI di Lugano e il Landesmuseum Zürich, questa mostra sarà proposta al pubblico contemporaneamente in entrambi i musei: quello ticinese e della città della Limmat. Imperdibile!
NL TOMEI