I sindacati criticano il Jobs Act. Berlusconi profetizza “Renzi non dura più di un anno”. Grillo: “premier psicologicamente instabile”. Disapprovazioni anche dal palco del Concertone del 1° maggio
L’attacco a Renzi arriva da tutti i fronti. Di recente ha dovuto mettere a tacere le lamentele dei Sindacati che hanno duramente criticato il Jobs Act del governo visto come un intervento che andrà a d aumentare la precarietà sul lavoro. L’obiettivo è di avere “più persone occupate e più stabilmente” sostiene invece il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, ospite delle Giornata del Lavoro della Cgil, “noi siamo convinti che tramite il meccanismo introdotto dalle nuove norme ci sia una situazione di minore precarietà”. Ma Renzi non si preoccupa di rispondere per le rime, sostenendo che le resistenze dure del Sindacato non fermeranno il suo lavoro: “È iniziata la rivoluzione. Una rivoluzione pacifica, ma che le resistenze del sistema non fermeranno” afferma in un’intervista al Corriere della Sera il premier Matteo Renzi, che sottolinea: “È evidente che una larga parte della classe dirigente ci osteggia.
È altrettanto evidente che noi non arretreremo davanti all’obiettivo di garantire ai cittadini”. Nessun problema per il premier di ascoltare le esigenze dei sindacati “Ma vogliamo negare che occorra un cambio radicale delle regole del lavoro?”. Proprio per questo motivo Matteo Renzi richiede una maggiore collaborazione, “Sogno un sindacato che, nel momento in cui cerchiamo di semplificare le regole, dia una mano e non metta i bastoni tra le ruote” e se questa collaborazione venisse meno, “non sarà un sindacato a fermarci” dice deciso. Mentre Renzi tiene a bada i sindacati, deve anche vedersela con Grillo che non le manda certo a dire. “Renzi è finto, dentro ha un odio moderato” perché “solo così può arrivare a dire le cose che dice”. Come sempre ci va leggero Beppe Grillo che accusa il premier di intervenuto sul premier in un’intervista. “Queste parole – riprende il leader del Movimento 5 Stelle – stanno distruggendo il Paese in modo moderato”. E continua: “Le persone come lui soffrono di alessitimia, un disturbo della personalità che non ti permette di avere un certo appeal che vorresti” Grillo parla poi dell’appuntamento elettorale del 25 maggio e minaccia: “Se vinciamo le Europee bisogna andare a votare per le politiche. Questo Parlamento è illegittimo e anti-costituzionale”. Ma Renzi ha risposte anche per lui, chiamandolo “sciacallo” perché Grillo “è andato a Piombino, è andato a fare lo sciacallo su una fabbrica che chiude – ha detto Renzi -. Io non sono tenero con i sindacati, ma l’ultimo luogo in cui andare a fare lo sciacallo è dove un’azienda come la Lucchini chiude. Noi abbiamo proposto una soluzione. Questa è la differenza tra chi scommette contro e chi scommette a favore dell’Italia”.
E poi Berlusconi, che si profetizza futuro “Padre della Patria”, denuncia la scoperta che “la sinistra sta pensando a una legge patrimoniale da 400 miliardi, nonché a una tassa di successione al 45%”. Inoltre si dice deluso per l’attuale premier “Avevo speranze su Matteo Renzi ma sono piuttosto deluso – sottolinea durante l’intervista con Lucia Annunziata – ha messo in campo i vecchi vizi della sinistra. Non durerà al di là di un anno, un anno e mezzo”. Ma Renzi subisce critiche che piovono anche dal palco del Concertone del 1° maggio, quando Piero Pelù si è rivolto a Renzi definendolo “il non eletto, ovverossia il boy scout di Licio Gelli deve che in Italia c’è un grande nemico ed è un nemico interno, è la corruzione, la disoccupazione, il voto di scambio, la mafia, la ‘ndrangheta, la camorra” e commentando il bonus di 80 euro in busta paga il cantautore fiorentino ha aggiunto: “Non vogliamo elemosine da 80 euro, vogliamo lavoro”.
“Sono vecchie polemiche fiorentine che lasciano il tempo che trovano” chiude subito il discorso Renzi riferendosi al fatto che quando era sindaco di Firenze esonerò il cantautore fiorentino dal ruolo il direttore artistico dell’Estate fiorentina e per quanto riguarda il riferimento al bonus di 80 euro in busta paga il premier conclude “mi dispiace solo la spocchia sugli 80 euro da parte di un certo mondo artistico, imprenditoriale, salottiero”.