Oggi 05 dicembre 2016 credo che tutti gli italiani dentro e fuori i confini vivre-mo questo giorno come giorno di lutto nazionale per lo strappo che si è con-sumato nella democrazia dell’urna trovandoci, come popolo italiano, spaccato in due tronconi grazie alla politicizzazione che il presidente Renzi ha voluto fare dell’evento referendario, portando a non avere né vinti né vincitori, mentre l’unica a perdere su tutta la linea è stata solo la nostra amata Italia.
Tutto questo grazie a questo ragazzotto toscano viziato, arrogante e presuntuoso, che anche se aveva capito che, in Parlamento prima e sul territorio poi, questa scellerata e pasticciata riforma, presentata al cospetto del Popolo Italiano non sarebbe mai passata, come è accaduto. Così come non sarebbe passata neanche in Parlamento, sia un Parlamento illegittimo, sia un Parlamento trasformista; per aver adoperato l’arma del voto di fiducia; per aver blindando Deputati e Senatori, col tutti dentro o tutti fuori. Deputati e Senatori che si sono fatti ricattare, se non l’avessero fatto, oggi ci saremmo risparmiato questa spaccatura del Paese, oltre al risparmio di 400 milioni di Euro, per organizzare questo referendum, altro che il risparmio dei 50 milioni per il mancato stipendio dei Senatori!
Caro Presidente, Deputati e Senatori sono una cosa, visto che facilmente gli ha potuto mettere la museruola a Suo piacimento, il Popolo Italiano e un’altra cosa, visto che nell’urna la museruola gliel’hanno messo a Lei, in prima persona e come Segretario di PD anche. Caro Presidente Renzi, come vedi l’arroganza non paga: chi di spada ferisce, di spada perisce. Il primo tuo atto di arroganza l’hai consumato, non appena sei stato eletto Segretario del PD, con il suo compagno di partito, nonché allora Presidente del Consiglio Enrico Letta, a cui hai dato letteralmente un calcio nel sedere. Nel mondo intero non sei stato di sicuro un bell’esempio, già allora avremmo dovuto capire di che pasta eri fatto, al contrario però, abbiamo dato un’ulteriore segnale di fiducia alle votazioni Europee, per le quali, in quella occasione nello specifico, ti sei mondato la testa, fino ad arrivare ad oggi, addirittura con la sua arroganza e spavalderia, a spaccare l’Italia, come detto, in due tronconi, agli occhi del mondo intero, trascinandoci in una crisi profonda.
Dopo tutto questo disastro, a questo punto mi chiedo, cosa vuoi fare da grande? Se permetti un paio di cose le suggerisco io stesso. Da grande qualcosa potresti aiutare a fare, primo: il cambiamento della Legge elettorale e ritornare al voto il più presto possibile. Secondo: con la stessa votazione, inserire anche il voto per un’Assemblea Costituente, composta da 100 costituzionalisti che rappresentano tutto l’arco Costituzionale, senza oneri aggiuntivi, visto che hanno già hanno uno stipendio, ed elaborare una riforma vera che possa rappresentare almeno l’80% degli Italiani.
Caro Presidente, se desideri ancora il bene dell’Italia, così come hai dimostrato in questa campagna referendaria, queste due cose potresti aiutare a realizzarle, senza problemi, sia come Presidente del Consiglio, sia come Segretario del PD, per non fare aspettare l’Italia ancora 30 anni per mettere mano ad un’altra riforma Costituzionale, anche perché in questa campagna referendaria hai ripetuto questa frase fino allo spasimo. È l’unica cosa sensata che potresti fare per recuperare al danno che hai procurato alla nostra amata Italia. Caro Presidente il tuo futuro è nelle tue stesse mani, spero che da questa esperienza tu abbia tratto lezione. Oramai la frittata è fatta, dimostra almeno che hai la volontà di recuperare.
Ticchio Giuseppe
Cittadinanza Solidale