Napolitano invia un messaggio alle Camere sullo stato degradante delle carceri e chiede un impegno dell’Italia e dell’Europa per evitare altre tragedie
Settimana di dibattito politico intenso quella appena trascorsa, con il governo che ha approvato la legge sul femminicidio e che deve presentare la legge di Stabilità entro il 15 ottobre, con le polemiche sulla modifica o l’abolizione della legge Bossi-Fini sull’immigrazione e con il messaggio, tutto politico, di Giorgio Napolitano alle Camere sullo stato deplorevole delle carceri italiane con l’invito a prendere dei seri provvedimenti, non ultima la possibilità di legiferare sull’amnistia o sull’indulto. Su tutto la marcia in discesa di Renzi verso l’elezione a segretario del Pd con i relativi puntini sulle “i”.
Lasciamo da parte la legge sul femminicidio in quanto se ne parla in altra parte del giornale e entriamo nel tema della legge di Stabilità (la Finanziaria di una volta). Gli argomenti sono diversi e riguardano innanzitutto l’impiego di 5 miliardi per tagliare di circa mezzo punto il cuneo fiscale, cioè per tagliare tasse e contributi sul lavoro. Nel 2014 questa misura dovrebbe comportare un aumento in busta paga di circa 150-200 euro. Il secondo punto riguarda i tagli agli sprechi e il contenimento della spesa pubblica, il terzo la definizione della Service tax, cioè quella tassa che riguarda l’accorpamento tra Imu e immondizia. Il quarto riguarda le imposte sulla casa e quanto tocca ai Comuni. Il quinto concerne il rifinanziamento di missioni, contratti vari, traffico pubblico, eccetera, per circa 4 miliardi di euro, nonché il rifinanziamento della cassa integrazione. Tutti questi provvedimenti dovranno servire anche a tenere sotto il 3% il rapporto deficit/Pil secondo i parametri europei. Il che significa che siccome le entrate sono minori delle uscite, nella primavera del 2014 sarà necessaria anche una manovra di 10-12 miliardi.
Ma è sulla modifica o sulla sostituzione della legge Bossi-Fini sull’immigrazione che è nata una polemica che ha coinvolto sia il governo che il Pd e il M5S. Letta ha espresso il suo parere sulla necessità di abolire la legge, cancellando il reato di clandestinità. Su questa lunghezza d’onda sono la maggioranza del Pd che ha trovato in Senato una sponda in un gruppetto di senatori grillini, poi sconfessati dal leader del Movimento. Su questo tema, però, c’è stato il parere contrario di Alfano, che ha detto che la legge Bossi-Fini è una buona legge e che comunque non è con una modifica o con la sua abolizione che si sarebbero salvate le centinaia di immigrati morti nel rogo prima e nell’affondamento dopo. E’ intervenuta anche la ministra Cécile kyenge, che vuole anch’essa la modifica della legge, ma ha riconosciuto che il provvedimento approvato nel 2005 non impedisce affatto, come si era pensato, il soccorso in mare dei clandestini.
Sull’argomento immigrati è intervenuto il capo dello Stato che ha chiesto al governo di pattugliare il mare di fronte a Lampedusa per evitare altre tragedie e di affrontare la situazione caotica e umiliante delle condizioni in cui versano i centri di accoglienza a causa delle dimensioni dei flussi di disperati provenienti da Paesi come la Somalia e l’Eritrea. Sull’abolizione del reato di clandestinità probabilmente ci saranno contrasti in seno al governo, soprattutto perché dopo l’intervento di Grillo a favore del mantenimento del reato il Pd non troverà sponda nel M5S, essendo il Pdl contrario alla cancellazione della norma.
A far discutere le forze politiche, con differenze di opinioni all’interno degli stessi partiti, è stato il messaggio alle Camere del presidente della Repubblica, che ha rivolto un pressante appello al parlamento affinché si metta fine alla situazione esplosiva nelle carceri, dove alloggiano quasi 65 mila detenuti a fronte di una capienza regolare di circa 45 mila posti. L’appello di Napolitano è: fate qualcosa per mettere fine a condizioni disumane, anche prevedendo misure come amnistia o indulto per svuotare le prigioni. Mentre Letta e parte del Pd hanno preso sul serio il messaggio di Napolitano, Renzi, nel suo tour per le città italiane per la presentazione della sua candidatura, ha detto che a Napolitano si deve dire anche qualche “no”, che amnistia e indulto sono “un autogol clamoroso”. Insomma Renzi non è d’accordo, perché è difficile “spiegare ai ragazzi il valore della legalità se poi ogni sei anni quando abbiamo le carceri piene buttiamo fuori qualcuno”. A sostenere l’indulto (che cancella la pena) o l’amnistia (che cancella pena e reato) è il Pdl, che spera in un salvataggio di Berlusconi, ma sia Epifani sia la ministra della Giustizia, Cancellieri, sia ancora la sinistra giustizialista si oppongono, in ogni caso precisando (Epifani e Cancellieri) che dall’eventuale misura sarebbe escluso Berlusconi.
Quanto al dibattito politico all’interno del Pd, abbiamo già detto che Renzi sta volando verso la segreteria del Pd e lancia messaggi a chi sale sul carro del vincitore, osservando che il carro si spinge, non vi si sale, e mette dei paletti tra partito e governo. Ha detto che sosterrà ciò che di buono fa il governo e prenderà le distanze da quegli atti non ritenuti validi. In ogni caso, ha dichiarato, la sua elezione non comporterà problemi per il governo. Le dichiarazioni politicamente più impegnative, però, sono l’approvazione della legge elettorale che non sarà il porcellum e nemmeno il proporzionale – due sistemi che comportano le ammucchiate – e l’urgenza di una rivoluzione interna al Pd che lo svecchi e abolisca le correnti. Infine, lo slogan che guiderà la sua corsa: il Pd cambia verso”. Ecco le sue parole: “Noi dobbiamo cambiare verso al Pd, il Pd all’Italia, l’Italia all’Europa”.