“Insieme insieme ai colleghi Laus, Gribaudo, Braga e Quartapelle ho interrogato urgentemente il Ministero degli affari esteri per sapere come intenda tutelare i lavoratori frontalieri con la Svizzera che dal 1 febbraio 2023 non potranno più beneficiare dello smart working”. Così Toni Ricciardi, deputato Pd eletto in Europa.
“Abbiamo chiesto -prosegue- come intenda intervenire per consentire un’ulteriore proroga almeno fino al prossimo giugno 2023 in attesa dei nuovi regolamenti, previsti dalla UE, finalizzati ad accordi bilaterali, in maniera da tutelare adeguatamente la peculiare condizione di questi lavoratori, risolvendo anche i profili di criticità previdenziale e fiscale. Il governo ha aperto alla possibilità di prorogare tale disciplina rimandano alla ratifica del nuovo Accordo tra Italia e Confederazione Svizzera per apportare modifiche o integrazioni allo strumento del telelavoro. Tuttavia, segnalo che stiamo aspettando la ratifica di questo accordo da più di due anni. L’esecutivo cosa intende fare?”
“C’è un unico spiraglio -aggiunge Ricciardi- che consiste nella deroga ai criteri della legislazione previdenziale applicabile attraverso la stipula di un apposito accordo ai sensi dell’art.16 del Regolamento 883/2004. Mi aspetto che ci si impegni in questa direzione e che le parole del governo non restino proclami vuoti. Occorre pragmatismo e velocità. Nel frattempo la commissione amministrativa per il coordinamento dei sistemi di sicurezza sociale della Ue ha previsto un periodo di ulteriori 12 per dare tempo ai datori di lavoro e ai lavoratori di determinare la disciplina applicabile secondo l’interpretazione flessibile del regolamento, fino al 30 giugno 2023”.
“Seguirò con molta attenzione l’evolversi della situazione perché siano pienamente garantiti i diritti dei lavoratori transfrontalieri. Il governo si adoperi per risolvere in tempi rapidi tutte le questioni sollevate”. Così conclude il deputato dem.