Ecco il piano svizzero di emergenza in materia d’asilo
Non è escluso che, in seguito alla scelta di rotte migratorie alternative da parte dei profughi, nei prossimi tempi la Svizzera si veda confrontata con un elevato numero di persone in cerca di protezione, scrive il Dipartimento federale di giustizia e polizia DFGP. Gli enti coinvolti – convinti che una tale sfida richieda l’azione concertata di tutti i livelli statali – lo scorso giovedì hanno definito insieme i parametri della pianificazione di emergenza in materia d’asilo.
L’obiettivo primario della pianificazione di emergenza congiunta è di riuscire a registrare e controllare tutti i richiedenti prima della loro assegnazione ai Cantoni – anche nel caso di un repentino e forte aumento delle domande, si legge nel piano del DFGP. Inoltre tutti i richiedenti devono poter essere alloggiati e assistiti. I parametri della pianificazione di emergenza definiscono le competenze degli attori coinvolti. Tutti sono d’accordo di mantenere in linea di massima l’attuale attribuzione delle competenze e l’ordinaria ripartizione dei compiti tra i vari partner dei tre livelli statali.
Aumentare le capacità
In base ai parametri definiti, la registrazione, la prima accoglienza e la procedura d’asilo restano di competenza federale. Le domande d’asilo insufficientemente motivate e i casi Dublino continueranno ad avere la priorità nel processo decisionale. Per adempire i suoi compiti, la Segreteria di Stato della migrazione (SEM) potenzia le capacità di alloggio aumentando gli attuali 4600 posti per portarli a 6000 posti (max. 9000 per lo scenario 3), in primo luogo grazie all’utilizzo di impianti militari o di stabili civili propri. Il Cgcf intensifica, per quanto necessario, i controlli alle frontiere nazionali nei tratti nevralgici, provvede all’attuazione degli accordi di riammissione con i Paesi limitrofi e aiuta la SEM a registrare i richiedenti l’asilo. Il DDPS dal canto suo sostiene la SEM nel cercare e mettere a disposizione alloggi adatti.
All’occorrenza il DDPS appoggia inoltre il Cgcf, la SEM e altre autorità mettendo a disposizione un massimo 2000 militari e fornendo materiale, in particolare per compiti di logistica, costruzione, trasporto e comunicazione. Un eventuale intervento in tal senso – sussidiario – andrebbe comunque deciso dal Consiglio federale.
All’occorrenza i Capi del DFGP e del DDPS potrebbero, d’intesa con i Presidenti della CDDGP e della CDOS, convocare lo Stato maggiore Asilo (SONAS), istituito già nel 2011 in vista di situazioni straordinarie. Il SONAS potrebbe ad esempio riunirsi se il numero delle domande d’asilo depositate nell’arco di 30 giorni supera le 6 000 unità o se circostanze particolari fanno presagire un imminente rapido e forte aumento delle domande. Il SONAS coordinerebbe tutte le misure inerenti ad alloggio, assistenza, sicurezza e comunicazione.
I tre scenari
Non è possibile prevedere come evolverà la situazione, ragion per cui la pianificazione di emergenza s’ispira a tre scenari possibili, fondati sulle seguenti ipotesi:
Scenario 1: 10’000 domande d’asilo in 30 giorni
Scenario 2: 10’000 domande al mese per tre mesi
Scenario 3: 30’000 attraversamenti irregolari delle frontiere nell’arco di pochi giorni
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DFGP
Foto: Ansa