Anche il presidente del Consiglio potrà esercitare l’azione disciplinare nei confronti dei magistrati amministrativi e contabili
I tempi stringono e la data del 29 agosto, il termine proposto per il compimento nel Consiglio dei ministri della riforma della giustizia, è sempre più vicina. “La riforma della giustizia è un percorso già iniziato e andrà a compimento nel Consiglio dei ministri del 29 agosto” ha infatti assicurato il presidente del Consiglio Matteo Renzi a Reggio Calabria. “Le consultazioni stanno andando molto bene – ha aggiunto – ed il processo telematico civile ha ingranato e si incrementerà sempre di più. Allo stato attuale abbiamo cinque milioni di processi civili fermi con una media di 940 giorni per una prima definizione e tutto questo è inaccettabile”. E mentre viene diffuso sul sito del ministero della Giustizia l’aggiornamento delle linee guida della riforma del settore, si scopre che una delle misure prevede che anche il presidente del Consiglio potrà esercitare l’azione disciplinare nei confronti dei magistrati amministrativi e contabili, “con le modalità e i termini con cui la esercita il Ministro della giustizia”. La riforma della giustizia allo studio del ministero, che ha pubblicato sul sito linee guida e scheda tecnica prevede anche l’estensione delle regole sugli illeciti disciplinari e relative sanzioni già previste per quelli ordinari a magistrati amministrativi e contabili le regole, “a tutela della stessa credibilità della giurisdizione e dell’imparzialità di tutti i giudici”.
Ciò può essere fatto solo attraverso due strumenti importanti: un decreto per estendere immediatamente ai giudici amministrativi e contabili le regole sulle tipologie di illeciti disciplinari e sulle sanzioni già previste per i magistrati ordinari. Quindi, attraverso una legge delega per riformare il procedimento disciplinare davanti agli organi di autogoverno, chiarire quali sono gli organi titolari dell’azione disciplinare, prevedere regole e tempi certi per la fase di contestazione degli addebiti, istruzione, e decisione. Il tutto sarà controllato da una commissione costituita da tre membri, nominata ad hoc per ciascun procedimento, “la quale riferisce gli esiti agli organi titolari dell’azione disciplinare. Riguardo a questi ultimi, si attribuisce la titolarità in capo al Presidente Aggiunto del Consiglio di Stato per i magistrati amministrativi (onde salvaguardare la terzietà del Presidente, il quale presiede l’organo di autogoverno) ed al Procuratore Generale della Corte dei conti per i magistrati contabili”.