Ueli Mauer e Alain Berset sostengono di avere trovato una soluzione equilibrata per risolvere due urgenti problemi, la riforma fiscale e il risanamento dell’AVS, e raccomandano di approvare il progetto
Se due Consiglieri federali si presentano insieme in conferenza stampa per presentare una riforma, si tratta di un pacchetto elaborato per unire due problemi che da soli non sono riusciti a risolvere. Le proposte per la riforma fiscale e il finanziamento dell’AVS sono state bocciate dal popolo svizzero nel 2017. Ora il Governo lega questi due dossier e tenta di cogliere due piccioni con una fava. Il pacchetto che unisce due dossier importanti e urgenti si chiama Legge federale concernente la riforma fiscale e il finanziamento dell’AVS (RFFA). Legare la riforma fiscale al risanamento dell’AVS è un progetto ambizioso e trova resistenza in alcuni politici borghesi, mentre contro la RFFA si sono schierati diversi comitati di sinistra e Verdi che hanno indetto il referendum, riuscito a febbraio e che chiamerà gli svizzeri alle urne il 19 maggio.
Il Consiglio federale ha lanciato la campagna di voto su uno dei dossier più importanti dell’anno e per promuoverlo alle urne, spiega che la riforma è urgente, efficace e sensata. La riforma fiscale prevede l’abolizione dell’imposizione privilegiata delle holding e di altre società straniere in Svizzera per soddisfare i requisiti internazionali. Le perdite fiscali per Confederazione, Cantoni e Comuni dovrebbero aggirarsi sui 2 miliardi di franchi. Per rendere accettabile il dossier, nel progetto entra una componente sociale in favore dell’AVS, alla quale verrà compensato ogni franco perso negli introiti fiscali da Confederazione, datori di lavoro e lavoratori. Ueli Maurer, ministro delle finanze, difende il compromesso elaborato in Parlamento da PLR, PPD e PS: “I compromessi sono un punto di forza della Svizzera e chi non l’accetta rischia di produrre una soluzione peggiore”. Alain Berset, ministro della sanità, sostiene il collega: “Se il progetto venisse bocciato non sapremo più come andare avanti. È un buon compromesso e un passo importante nella giusta direzione”. È urgente intervenire sull’AVS. Dal 2014 le entrate non coprono le uscite e il primo pilastro ha bisogno di un ulteriore finanziamento. “La RFFA garantisce due miliardi di franchi, provenienti in misura di 800 milioni dalla Confederazione e 1,2 miliardi dai lavoratori e dai datori di lavoro” ha detto Berset. Un sostegno benvoluto fino alla ampia riforma strutturale AVS 21 in fase di elaborazione e che sarà adeguata di conseguenza in caso di approvazione della RFFA. Il messaggio alle camere sarà presentato entro l’anno.
Ma la sfida sulla riforma resta aperta, perché la legge è combattuta sia da sinistra sia da destra. I contrari di sinistra criticano la questione fiscale: nuovi privilegi sostituiranno i vecchi, mentre sulla compensazione all’AVS storcono il naso sui contributi salariali che aumenterebbero dello 0.3% a carico per metà rispettivamente del datore di lavoro e del lavoratore. Berset ha difeso la misura: “È il primo modesto aumento dei contributi da 40 anni, a 1,5 franchi su 1000”.
Anche dai borghesi c’è resistenza e mettono in dubbio l’unità delle materie: collegare questioni fiscali e AVS è una opera “mostruosa” e in più un progetto ricatto. Alle urne non si potrà bocciare una parte del progetto senza far cadere tutto. All’interno dell’UDC, che aveva respinto in Parlamento la RFFA, le posizioni dei rappresentanti democentristi non è più così inequivocabile. Il consigliere nazionale, Franz Grüter, aveva pigiato il bottone rosso in aula, ma ora è preoccupato per la piazza economica elvetica. “È un progetto di enorme importanza per la Svizzera e non si può perdere” ha detto ai microfoni della trasmissione 10vor10 “la metà degli introiti fiscali arriva dalle imprese interessate”. Una bocciatura peggiorerebbe la economia svizzera che perderebbe anche forza lavorativa. L’UDC si pronuncerà sull’oggetto a fine marzo.
Gaetano Scopelliti