La Commissione federale della migrazione (CFM) emana proposte di cambiamento per una semplificazione delle procedure in materia di cittadinanza
Negli ultimi vent’anni i cittadini svizzeri si sono diverse volte espressi su temi concernenti le naturalizzazioni ma tentativi di semplificazioni per gli stranieri della seconda generazione sono più volte falliti. Lo studio “La naturalizzazione in Svizzera. Evoluzione 1992-2010” che è stato presentato lo scorso 21 agosto dalla CFM, ha rivelato, oltre alle cifre riguardanti le naturalizzazioni, la necessità di altre riforme in merito alla legge sulla cittadinanza. Le proposte avanzate dalla CFM dovrebbero garantire il diritto al passo con i tempi, poiché la Svizzera ha un vitale interesse che gli immigrati possano partecipare alle decisioni politiche e siano riconosciuti membri a tutti gli effetti della società in cui vivono.
Per quanto riguarda le cifre, lo studio condotto da Philippe Wanner e Ika Steiner, dell’Istituto di studi demografici e di percorso di vita all’Università di Ginevra, è giunto alla conclusione che la revisione totale della legge sulla cittadinanza provocherebbe un calo complessivo di 3500 naturalizzazioni l’anno. Dallo studio emerge che se fosse possibile presentare domanda dopo otto anni di dimora (oggi 12 anni), si avrebbero 1500 naturalizzazioni in più l’anno. Con l’altra proposta di revisione che permette di chiedere la naturalizzazione solo a chi possiede il permesso C, le naturalizzazioni ordinarie si ridurrebbero di circa 5000 unità. Nel periodo preso in considerazione le naturalizzazioni ordinarie (12 percento) e quelle agevolate (18 percento) riguardavano persone con il permesso B o F, con un forte aumento negli ultimi cinque anni. La proporzione di naturalizzazioni (rispetto alla popolazione residente straniera) è maggiore nelle regioni urbane (1,8 percento) che non in ambito rurale (1,3 percento).
Inoltre lo studio funge da base per le proposte e raccomandazioni della CFM sul diritto in materia di cittadinanza. Secondo Walter Leimgruber, presidente della CFM, la legge vigente non garantisce pari opportunità e non esclude discriminazioni. Pertanto il nuovo modello di naturalizzazione dovrebbe cambiare alcuni elementi essenziali. La procedura di naturalizzazione deve svolgersi su un unico livello e sostituire i tre livelli attuali (comune, cantone e Confederazione); deve essere semplice, unica e trasparente. Ovunque devono essere richiesti i medesimi documenti e permettere a chiunque l’accesso a tutte le informazioni necessarie che riguardano la procedura e i criteri richiesti. La CFM propone dalla seconda generazione di stranieri meccanismi di naturalizzazione automatica. I cambiamenti non potranno essere realizzati a breve termine, ma alcune proposte possono essere attuate in tempi brevi. Per ottimizzare il sistema attuale, i criteri di giudizio sulle richieste di cittadinanza devono essere parziali, le autorità regolarmente istruite e si devono fissare i termini di trattazione. Per promuovere la parità di trattamento ci si dovrebbe basare sul numero di anni di dimora in Svizzera anziché sulla tipologia del soggiorno. Il 15 percento dei naturalizzati fra il 2005-2010 non aveva alcun permesso di soggiorno. Il Consiglio nazionale delibererà in merito alla revisione totale della legge sulla cittadinanza durante la sessione autunnale.
G.S.