Asilo: i politici svizzeri richiedono aiuto per l’Italia
Come abbiamo riportato nell’editoriale della settimana scorsa (12 novembre 2014) il sistema degli accordi Dublino presenta delle lacune e i vari paesi dimostrano diversi problemi. Come ha spiegato il ministro Laura Boldrini l’Italia “non è affatto esposta a flussi di rifugiati e richiedenti asilo di dimensioni insostenibili”, questo è stato il commento dopo la presentazione dei dati dell’Unhcr. Nel quadro degli accordi di Dublino, la Svizzera voleva rimandare in Italia 5’014 rifugiati in Italia da luglio a settembre, il numero non è mai stato così alto. Come la famiglia afghana (approfondimento nell’edizione del 12 novembre), anche 252 altri richiedenti asilo non sono potuti essere rimandati in Italia e mentre il numero di richieste, secondo le statistiche, sale continuamente, in Italia l’approvazione rimane costantemente bassa. I politici svizzeri, dopo la sentenza della Corte europea del diritto dell’uomo secondo la quale la famiglia afghana non ha potuto essere trasferita dalla Svizzera in Italia, ora sono in cerca di soluzioni.
Il giornale 20min.ch ha riportato la scorsa settimana diversi pareri di politici svizzeri su possibili soluzioni per il sistema Dublino, la maggioranza dei politici degli affari esteri è del parere che è un dovere dare maggior sostegno all’Italia. Una delle possibilità sarebbe il sostegno finanziario, la Consigliera nazionale Kathy Riklin (PPD), infatti, sostiene che: “La Svizzera deve mandare soldi in Italia per aiutare. È più conveniente del continuo investimento nelle nostre infrastrutture d’asilo costose”. Inoltre Riklin è dell’idea che la Svizzera sostiene l’Italia con le conoscenze della materia. Il Consigliere nazionale dell’UDC Maximilian Reimann è convinto però che c’è bisogno di trovare provvedimenti che non convengono solo per la Svizzera, ma anche per l’Italia. La soluzione sarebbe quella di aumentare la pressione sugli Stati arabi, così “non solo l’Europa si deve occupare dei rifugiati. Ci vogliono accordi internazionali anche con i paesi arabi ricchi che li obbligano di accogliere i richiedenti asilo”. Di alleggerire l’Italia parla anche la Consigliera nazionale dei Liberali Christa Markwalder, concretamente la sua proposta prevede che la Svizzera condurrebbe la procedura d’asilo autonomamente anche se i richiedenti sono stati registrati in Italia, così “si potrebbe alleggerire la procedura in Italia, assumendo le procedure di richiedenti che si trovano già in Svizzera”. L’Italia in cambio però, sempre secondo Markwalder, dovrebbe venire incontro alla Svizzera in materia di questioni fiscali ad esempio.
Come aveva già accennato la Consigliera federale Simonetta Sommaruga, anche la Consigliera nazionale Claudia Friedl del PS è del parere che ci vorrebbe una “chiave di distribuzione”, perché il regolamento che prevede che lo stato in cui i rifugiati arrivano hanno il compito di trattare le richieste d’asilo, non sarebbe più conforme allo spirito del tempo. Sulle possibili soluzioni si è espresso anche Stefan Frey, dell’Organizzazione svizzera per l’aiuto ai rifugiati, dichiarando che la cosa più importante sarebbe che venga dato ai richiedenti d’asilo in tutti gli Stati Dublino una procedura giusta e garantire condizioni di vita degni di un uomo. “Le attuali grandi differenze sono una delle ragioni per cui i rifugiati si trasferiscono in altri paesi”. Frey è inoltre del parere che l’aiuto sul luogo e l’impegno per la pace devono essere rafforzate.