Tanta gioia per le due cooperanti italiane tornate a casa, ma ondate di critiche sui social network
Il Fronte Jabhat al-Nusra ha rilasciato Greta Ramelli e Vanessa Marzullo, le due cooperanti italiane rapite nel luglio dello scorso anno in Siria. “Greta Ramelli e Vanessa Marzullo sono libere”, si legge in un tweet di palazzo Chigi.
Durante il colloquio con i magistrati Greta e Vanessa hanno escluso di aver subito minacce di morte o di aver temuto per la loro vita durante il sequestro. Le due cooperanti italiane hanno raccontato di aver cambiato più volte il luogo dove sono state tenute prigioniere e di essere state sempre vigilate da persone con il volto coperto, tanto da non essere in grado di poterle riconoscere. “Quella che sto vivendo è una gioia grande, la notizia ufficiale l’ho ricevuta un’ora fa. Con l’ufficialità posso dire che finalmente è tutto risolto”. Così il papà di Vanessa Marzullo, Salvatore, a Rai News 24. Il padre della giovane, liberata insieme a Greta Ramelli dopo cinque mesi di prigionia in Siria, ci tiene a ringraziare la Farnesina e il Governo: “Hanno avuto la capacità di tenermi sereno”.
“Bentornate in Italia, abbracciate ai famigliari. Grazie a unità di crisi, servizi, tutto il lavoro di squadra”. Con questo tweet, accompagnato dall’hashtag #GretaeVanessa, il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni ha salutato il rientro in Italia di Vanessa Marzullo e Greta Ramelli. La notizia della liberazione era stata data su Twitter da un account vicino ai ribelli anti-Assad. Era stata riportata anche dalla rete Shaam News, vicina all’opposizione. Sarebbe stato pagato un riscatto di “12 milioni di dollari” per il rilascio delle due volontarie. È, invece, quanto si legge sull’account Twitter @ekhateb88, ritenuto vicino ai ribelli anti-Assad. Ipotesi, quella del riscatto, smentita “con energia” da fonti degli apparati di sicurezza, interpellate dall’Adnkronos. L’intelligence italiana, riferiscono le fonti, manteneva sulla vicenda un cauto ottimismo già da alcune settimane e fin dai giorni a ridosso di Natale si confidava in un felice esito del sequestro delle due cooperanti.
“Il governo italiano non paga riscatti”. È quanto ha affermato il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, a ‘Otto e mezzo’. Ma cosa si è negoziato se non pagamento riscatto? “Lei – ha risposto Gentiloni – deve capire la ragione della mia reticenza, è che stiamo parlando di operazioni condotte da servizi di intelligence e per definizione devono essere riservate. Può succedere – ha spiegato – che ci siano collaborazioni con servizi di intelligence con altri paesi, ci possono essere scambi di natura diversa”. Il capo della diplomazia italiana ha poi ribadito che il governo italiano non ha dato 12 milioni al Fronte al-Nusra per Greta e Vanessa. Alla notizia della la liberazione di Greta Ramelli e Vanessa Marzullo esplode la gioia sui social Network. Sollievo per lo più, ma anche molte voci critica sul presunto riscatto milionario pagato per la loro libertà. Sulla pagina del profilo Facebook di Vanessa, sono soprattutto amici e conoscenti a dimostrare tutto il loro affetto.
“Finalmente sarai presto a casa, non vedo l’ora di saperti qui e di sentirti. Ti voglio tanto bene”, scrive alla ragazza un’amica; “non vedo l’ora di riabbracciarti, siamo orgogliosi di te”, un’altra ancora. La pagina ufficiale Greta e Vanessa libere titola un’ora fa: “Ufficialmente libere!”. Su Twitter invece, ai commenti di felicità e entusiasmo (“due brave ragazze che potrebbero essere le mie figlie tornano a casa. Sono felice! “) si aggiungono voci più fredde e a tratti critiche su quanto accaduto.
Se c’è chi scrive solamente “mi raccomando, non fatelo mai più”, c’è anche chi sentenzia: “Un riscatto milionario per due sceme”. Oppure, ancora, “sia chiaro a tutti che sono ben altri i cervelli da far rientrare”, mentre altri vorrebbero che alla liberazione delle due ragazze facesse seguito il ritorno dei due marò.