Senza opposizione, la Commissione dell’economia e dei tributi degli Stati ha proposto di compensare ogni franco perso con il PF 17 con uno per finanziare l’AVS. Bocciato l’aumento degli assegni famigliari
Lo scorso anno il popolo ha bocciato la Riforma III dell’imposizione delle imprese. Il Consiglio federale ha elaborato un progetto che ricalca in parte la riforma, con l’obiettivo principale di abrogazione entro il 2019 dei privilegi fiscali concessi alle società holding con sede in Svizzera. Per favorire l’accettazione popolare del PF17 ha proposto un aumento degli assegni famigliari minimi. Inutilmente. Il progetto, ora al vaglio del Parlamento, è stato trattato dalla Commissione dell’economia e dei tributi degli Stati che ha proposto di legare la riforma fiscale al risanamento dell’AVS. Ogni franco perso con gli sgravi fiscali del PF 17 dovrà essere compensato 1 a 1 nelle casse dell’AVS, mentre l’aumento degli assegni famigliari non è stato preso in considerazione. Una proposta che alla Confederazione costerà 2.105 miliardi di franchi da versare all’AVS, tanto quanto dovrebbero essere le perdite fiscali con il PF 17. La Commissione prevede di finanziare il pacchetto con tre misure. I contributi salariali aumenterebbero dello 0.3% a carico per metà rispettivamente del datore di lavoro e del lavoratore per un contributo di 1.2 miliardi. 520 milioni arriverebbero dall’intero percento demografico IVA al fondo di compensazione dell’AVS e i restanti 385 milioni saranno a carico della Confederazione che aumenterebbe il contributo all’AVS. La commissione ha anche proposto che l’imposizione dei dividendi di investitori qualificati a livello cantonale arrivi almeno al 50%, contro la proposta del Governo del 70%, facendo così delle concessioni anche all’economia.
Nonostante le critiche ai dettagli e all’abbinamento imposte fiscali e AVS, la nuova proposta non è criticata con veemenza da nessuna delle parti interessate, ma il quadro apparso dalle reazioni politiche è differenziato. La sinistra accoglie bene la nuova idea, ritenendo l’associazione tra fisco-AVS un accettabile compromesso. Per il PS c’è l’equità sociale con il risanamento dell’AVS, ma ha dovuto fare concessioni sull’entrate dell’imposizione dei dividendi. Il PPD “si festeggia” ritenendosi la forza politica decisiva della soluzione, mentre c’è scetticismo nell’UDC e negli ambienti economici. L’UDC esige di includere l’aumento del pensionamento delle donne a 65 anni se il risanamento dell’AVS verrà incluso del PF 17 e verificherà le conseguenze finanziarie per le piccole e medie imprese. Imprese svizzere che sostengono la maggiore libertà ai cantoni sull’imposizione dei dividendi, ma “il collegamento all’AVS non contribuisce all’efficacia del progetto” secondo Economisuisse “e d’altronde le imprese devono co-finanziare l’AVS con maggiori contributi”. Le associazioni dei datori di lavoro sono però pronti ad “analizzare le proposte per arrivare a una presa di posizione”.
I dibattiti in parlamento continueranno con certezza ad essere accessi, ma le possibilità che il modello e compromesso al PF 17 possa ottenere una maggioranza, anche popolare se necessario, sono chiaramente aumentate. Il Consiglio degli stati discuterà il modello fra tre settimane nella sessione estiva e grazie alla maggioranza di centro-sinistra avrà buone possibilità di approvazione. In autunno toccherà al Nazionale dove dominano PLR e UDC.
Gaetano Scopelliti