Nel corso del mese di aprile, Confedilizia aggiungerà un altro strumento ai tanti che sta già utilizzando per contrastare la revisione del catasto contenuta nel disegno di legge delega per la riforma fiscale.
Saremo in piazza in diverse città d’Italia per spiegare che cosa prevede il famigerato articolo 6, perché è pericoloso, quali partiti lo osteggiano, quali lo sostengono, quali propongono una soluzione di compromesso (ad esempio, approvare il comma 1 ma non il comma 2, come meglio spiegato in un documento all’interno).
Inviteremo a prestare attenzione al tema, in particolare, coloro che finora se ne sono disinteressati, ritenendo di essere al riparo da qualsiasi rischio: i proprietari, o i prossimi acquirenti, della sola casa di abitazione. Spiegheremo loro che anche per la “prima casa” deve scattare l’allerta, per almeno tre ordini di ragioni.
1. I dati catastali influenzano l’Indicatore della situazione economica equivalente (Isee), attraverso il quale i cittadini accedono, a con- dizioni agevolate, alle prestazioni sociali o ai servizi di pubblica utilità.
Tra i parametri con i quali viene determinata la situazione economica del nucleo familiare del richiedente la prestazione o il servizio rientra, infatti, il valore catastale degli immobili di proprietà, “prima casa” inclusa.
Maggiore è il valore catastale di quest’ultima, dunque, minore possibilità vi è di ottenere la prestazione o il servizio.
2. Sui dati catastali si fondano i tributi sulle compravendite, in particolare l’imposta di registro.
Maggiore è il valore catastale dell’immobile, maggiore è l’imposta da pagare al momento del suo acquisto.
3. L’Imu colpisce attualmente le abitazioni principali (le cosiddette “prime case”) solo se sono considerate “di lusso”. Con l’attuale catasto, hanno questa connotazione le unità immobiliari di categoria catastale A/1, A/8 e A/9. Al proposito, va considerato che:
a) con i nuovi inquadramenti catastali, le modalità di individuazione delle abitazioni considerate “di lusso” potrebbero portare a risultati molto diversi dagli attuali, con l’inclusione nella tipologia “di lusso” di un numero maggiore di unità immobiliari;
b) la Commissione europea – oltre a raccomandare all’Italia di “aggiornare” il catasto al fine di compensare con maggiore tassazione sugli immobili una minore imposizione “sul lavoro” – ha suggerito anche di reintrodurre l’Imu sull’abitazione principale in via generalizzata. Insomma, l’intervento sul catasto previsto dal Governo è un rischio per tutti. Facciamoci sentire.
Giorgio Spaziani Testa
Presidente Confedilizia