Una “sorpresa”. Così i principali quotidiani finanziari internazionali, Financial Times e Wall Street Journal, hanno descritto la nomina di Ignazio Visco a nuovo governatore di Bankitalia, ricordando entrambi come la decisione possa alimentare nuove tensioni con la Francia sul ruolo di Lorenzo Bini Smaghi nel board della Bce. “Berlusconi sorprende con la scelta per la Banca Centrale”, il titolo scelto dal Financial Times, che ha parlato di “inversione a U” dopo un intenso dramma, con una decisione che ha posto fine a “mesi di rinvii e cambi di rotta che hanno minato la credibilità dell’Italia sulla scena internazionale”. “La scelta del governatore è una sorpresa”, gli fa eco il Wall Street Journal, ribadendo che il nome di Visco pone fine ad “un’insolitamente teso processo di selezione con una nomina a sorpresa”. Il Wsj descrive Visco come un “funzionario pubblico che ha a lungo lavorato in Bankitalia” e una figura “nonpartisan, una rarità nel panorama politico frammentato italiano”. “La vicenda della designazione del prossimo Governatore della Banca d’Italia non poteva essere gestita, da parte di quasi tutte le parti in causa, con maggiore approssimazione e con maggiore sprezzo per le istituzioni. Al tempo stesso, bisogna riconoscere che, come a volte accade in Italia, non poteva avere esito migliore”. È quanto si legge sul sito di “Italiafutura”, l’associazione di Montezemolo, sottolineando il ruolo svolto da Napolitano nell’“accompagnare” il premier in una scelta “non facile”. Dopo la sorpresa iniziale, la nomina di Ignazio Visco alla carica di governatore è stata comunque apprezzata in maniera quasi unanime da politici, economisti e banchieri. Anche gli organi più sensibili ai mercati quali il Financial Times e il Wall Street Journal ne hanno infatti tracciato ritratti lusinghieri sperando nel suo operato. Visco ha più volte esortato in questi anni, e specie negli ultimi difficili mesi, ad affiancare al rigore sui conti, necessario per evitare il tracollo, il rilancio della crescita. Napoletano, apprezzato e brillante economista, allievo di Federico Caffé, capo servizio studi della Banca e poi capo economista all’Ocse, Visco è apprezzato in Italia in modo bipartisan, sia dal centrosinistra che dal ministro dell’Economia Giulio Tremonti, dal quale ha di recente ricevuto l’incarico di mettere a punto idee e progetti per lo sviluppo. All’estero gode di buona reputazione grazie all’esperienza all’Ocse e alle sue attività presso la Bri, la Banca dei Regolamenti Internazionali con sede a Basilea, alle cui riunioni partecipa regolarmente. Di buone letture, conoscitore profondo della storia, ha più volte sottolineato l’importanza della cultura e dell’istruzione per rilanciare e migliorare il Paese. Nel 2009 ha dato alle stampe il volume “Investire in Conoscenza per la crescita economica” dove sottolinea l’importanza degli investimenti in questo settore per invertire la perdita di ricchezza e dare slancio all’Italia. È anche un attento osservatore della realtà e dei problemi del Mezzogiorno d’Italia. Vice direttore generale dal 9 gennaio 2007, ha percorso molte tappe nell’istituto di Via Nazionale: dal 2004 Funzionario generale della Banca d’Italia (prima come direttore centrale per le Attività estere e dal marzo 2006 come direttore centrale per la ricerca economica). Il suo curriculum è ricco di incarichi di rilievo: presidente del Comitato relazioni internazionali del Sistema europeo delle Banche centrali (Sebc, 2009-10); membro del Comitato dei Supplenti del G-7, del Comitato dei Supplenti del G-20, del Comitato economico e finanziario della Ue, del gruppo di lavoro n.3 del Comitato di politica economica dell’Ocse; supplente nel Consiglio di amministrazione della Bri. Assunto nel 1972 in Banca d’Italia, compie il periodo di perfezionamento presso la University of Pennsylvania. Al ritorno in Italia, nel 1974, è assegnato al Servizio studi, di cui diviene capo nel 1990. Coordina il Gruppo di lavoro per la costruzione del Modello trimestrale dell’economia italiana (1983-86), partecipa allo studio e alla definizione di interventi di politica monetaria e del cambio, rappresenta l’Istituto e ricopre incarichi in organismi nazionali (tra i quali, Istat, Cnel, Cnr e Presidenza del Consiglio dei ministri) e internazionali (Ocse, Ue, Bri). Dal 1997 al 2002 è Chief Economist e Direttore dell’Economics Department dell’Ocse, nella cui veste sovrintende all’attività di analisi delle economie e delle politiche dei paesi industriali e ai progetti di ricerca sui principali problemi economici e finanziari mondiali. È anche membro di vari gruppi e comitati internazionali, tra i quali il Comitato dei Supplenti del G-10 (nel quale poi rappresenta la Banca d’Italia dal 2004 al 2006) e la Commission on Global Ageing del Center for Strategic and International Studies di Washington. È autore di numerose pubblicazioni. Ha insegnato, tra l’altro, econometria (1983-85) e politica economica (1989) presso l’Università “La Sapienza”.
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