Il ministro delle finanze Eveline Widmer-Schlumpf l’ha dichiarato in un contesto informale a Singapore
“È una presa di posizione a titolo personale e non dell’intero Consiglio federale”. Eveline Widmer-Schlumpf ha voluto così precisare la sua dichiarazione su una possibile nuova votazione popolare sulle relazioni bilaterali con l’UE per chiarire la complessa situazione creatasi dopo l’approvazione dell’iniziativa “Contro l’immigrazione di massa”. “Credo che avremo un’altra decisione, un’altra votazione in un paio di mesi”, è stata la risposta di Widmer-Schlumpf a una domanda di un giornalista sulle future relazioni Svizzera-UE a margine di una conferenza della Swiss Business Association a Singapore.
La dichiarazione di Widmer-Schlumpf ha creato agitazione nel mondo politico, ma non sorprende ed essa va relativizzata. Il Dipartimento federale delle finanze (DFF) ha dichiarato come il ministro avesse voluto sottolineare che i due anni che restano per applicare l’iniziativa sono una scadenza molto breve. Inoltre l’affermazione non impegna il governo e il ministro delle finanze ha ripreso quello che Didier Burkhalter aveva detto la scorsa estate in un’intervista alla “NZZ am Sonntag”. Sorprende invece la tempistica della dichiarazione giunta un giorno dopo l’incontro del ministro della giustizia Simonetta Sommaruga a Bruxelles, dove ha incontrato il presidente della commissione europea. Jean-Claude Juncker per consultazioni, ma senza alcuna trattativa. Nella visita è emerso, anche con la nuova commissione, quanto le posizioni tra Svizzera e UE siano distanti, nonostante una piccola apertura al dialogo e la volontà di giungere a una soluzione. A un anno dal voto la Svizzera non è riuscita a convincere l’UE sulla possibilità di rinegoziare l’accordo sulla libera circolazione e ancora due anni d’incertezze non giovano né al paese né all’economia svizzera.
Che il popolo si esprima sui bilaterali con l’UE è difatti un’ipotesi al quanto verosimile, anche perché l’attuazione dell’iniziativa del 9 febbraio 2014 muove i partiti e le organizzazioni a indire iniziative per combatterla, come l’iniziativa Fuori dal Vicolo cieco (RASA) che vorrebbe cancellare il voto o il referendum che potrà essere indetto contro il testo sull’attuazione dell’iniziativa contro l’immigrazione. L’UDC ha reagito con stupore alla dichiarazione per voce di Adrian Amstutz: “Il governo non ha capito chi comanda in questo paese, vale a dire il popolo”. Il comportamento è inadeguato, quando non si è ancora provato seriamente a metterla in atto e già si parla di una nuova votazione. E l’UDC non sta certo a guardare e Christoph Blocher ha minacciato di lanciare un’iniziativa popolare per rescindere la libera circolazione con l’UE.
La dichiarazione di Widmer-Schlumpf è dunque una valutazione realistica della situazione e a prescindere dalle interpretazioni, sarà certamente il popolo ad avere l’ultima parola. Il tempo stringe e così cresce la pressione sul governo svizzero, su come attuare l’iniziativa e far combaciare le disposizioni sui contingenti senza denunciare gli accordi bilaterali. La scorsa settimana si è avuta stata una prima discussione sull’applicazione, ma il governo ha mantenuto il riserbo sui contenuti del dossier. Non è trapelata neanche l’informazione su quando il governo tratterà il dossier e su quando sarà inviato in procedura di consultazione. Il dossier potrebbe essere affrontato l’11 di febbraio.