Hanno portato una ventata di freschezza e di assoluta novità nel panorama musicale italiano, ma anche di talento e personalità. I Måneskin non hanno bisogno di presentazioni. Spregiudicati, eccentrici e soprattutto
autentici come i loro brani “Chosen”, “Morirò da re”, “Torna a casa” fino all’ultimo singolo “Fear for Nobody”, attualmente in rotazione radiofonica, i quattro giovani si confermano la band di maggiore successo degli ultimi tempi. Dopo il sold out del tour italiano, i Måneskin hanno iniziato con gran successo anche il tour europeo. In Svizzera li abbiamo già visti nei concerti a Zurigo e Berna (12 e 13 febbraio) ma siete ancora in tempo per i concerti di Lugano dove sono previsti ben due appuntamenti (28 febbraio e 1 marzo). Fate presto però, i Måneskin fanno in fretta sold out! Senza tanti giri di parole, con una certa disinvoltura e tanta simpatia, i Måneskin ci hanno raccontato del tour europeo, dell’esordio musicale e di quello televisivo, della passione sfrenata per la musica, per la libertà di espressione e tanto altro…
State per iniziare il vostro primo tour europeo, quali sono le vostre aspettative e come pensate di accogliere questa nuova esperienza?
Victoria: Ci aspettiamo di conquistare un nuovo pubblico, di farci vedere, di far vedere cosa siamo in grado di fare e soprattutto di farci conoscere da un pubblico che non ci ha mai sentiti cantare.
Come vi siete preparati per affrontare il pubblico internazionale?
Ethan: Abbiamo fatto ore e ore di prove, ma noi portiamo una performance che ci appartiene, il nostro disco, la nostra musica e la nostra energia. Non ci prepariamo in base al pubblico che dobbiamo affrontare, in qualsiasi esibizione ci mostriamo per quello che siamo.
Ben 4 date in Svizzera: cosa ci dobbiamo spettare?
Thomas: Assolutamente la nostra musica, con rock ‘n roll e tanta energia: sarete totalmente coinvolti dal nostro show!
“Il ballo della vita” è il vostro primo album in studio: come lo descrivereste?
Damiano: È un album che rappresenta le nostre 4 personalità. È il frutto di una sperimentazione, perché non abbiamo voluto adagiarci sulla nostra zona di confort, ma abbiamo voluto provare a toccare tutti i generi che ci influenzano per portarli nel nostro mondo. Siamo molto contenti di come ci siamo riusciti.
Ci sono canzoni rappresenta meglio la storia del vostro successo?
Ethan: No, assolutamente. Dalla nostra prima canzone, “Chosen” fino all’ultima, tutte le canzoni ci rappresentano.
Victoria: Tutte rappresentano i vari momenti che abbiamo trascorso, a cominciare dai primi pezzi che abbiamo scritto fino agli ultimi è evidente la nostra crescita, sia come gruppo ma anche come persone, quindi tutte rappresentano noi, il nostro percorso al 100%.
Un piccolo salto nel passato:
Vi siete formati a Roma nel 2015, dopo il successo di X Factor, in soli 4 anni siete una band affermata. Eravate pronti a tutto questo successo?
Victoria: Sin dall’inizio abbiamo sempre preso tutto molto seriamente, ci siamo dedicati fortemente a quello che facciamo come se, oltre che una passione, fosse anche un lavoro. Certo, è stato abbastanza insolito vedere dei ragazzi di 15-16 anni che dopo la scuola o in ogni momento libero andava a suonare per strada, facendo ogni cosa possibile pur di farsi ascoltare. Adesso tutto questo successo, con tutte queste persone che ci ascoltano, è un po’ il frutto di tutto quello che abbiamo cercato in questi anni. Siamo felicissimi di avere tutto quello per cui abbiamo lottato, quindi, sì, eravamo pronti perché era quello che volevamo.
A proposito di X Factor, cosa vi portate ancora oggi della vostra esperienza televisiva?
Damiano: Assolutamente. X Factor ci ha permesso prima di tutto di vivere assieme e di vivere di musica, è stata la prima esperienza da “professionisti” che abbiamo vissuto in cui ci siamo potuti confrontare con altri professionisti e più in generale con i professionisti del settore. Abbiamo imparato a comportarci, ad esibirci e a fare questo che, oltre che una passione, è anche un mestiere.
La vostra “libertà di espressione” va ben oltre la musica, ma è evidente anche nell’outfit stravagante e nelle vostre performance. Cosa vuol dire per voi essere liberi oggi?
Victoria: ci teniamo al concetto di libertà e soprattutto di “libertà d’espressione” che abbiamo sempre vissuto in prima persona. Come ho detto prima, è abbastanza insolito vedere dei ragazzi così giovani che si dedicano totalmente alla passione per la musica, a suonare in un gruppo, a suonare per strada e vestiti come ci vestiamo anche ora, per cui i commenti non si son mai risparmiati. La nostra forza è che siamo sempre riusciti a fregarcene dei commenti e alle critiche non costruttive continuando dritti verso la nostra passione. E questo è anche un messaggio che vogliamo trasmettere ai ragazzi, ma anche a chiunque, sentitevi liberi e credete in voi stessi senza lasciarvi abbattere dalle critiche inutili. Questo è il nostro concetto di libertà, non avere paura di esprimere se stessi e fare sempre ciò che si ama.
Damiano: Esprimere se stessi senza però mai invadere la libertà altrui, tutto deve essere fatto sempre nei limiti del buonsenso!
Siete giovanissimi per cui avete ancora una lunga strada davanti. Come immaginate il vostro futuro?
Thomas: Assolutamente roseo!
Eveline Bentivegna