Mercoledi’ 20 aprile la consigliera federale Karin Keller-Sutter e il ministro delle finanze italiano Giancarlo Giorgetti hanno firmato una dichiarazione politica riguardante la regolarizzazione di alcune importanti questioni fiscali ancora in sospeso tra i rispettivi governi e che in particolare riguardano la fiscalità delle persone fisiche.
L’Italia intende rimuovere la Svizzera dalla black list del 1999, l’elenco dei paesi non cooperativi nell’ambito della imposizione delle persone fisiche. Questa decisione dovrebbe quindi preludere anche ad una revisione dell’imposizione del telelavoro per i lavoratori frontalieri.
Su questo specifico punto, entrambe le parti hanno chiarito di volersi accordare sulla conclusione di un accordo amichevole in materia di telelavoro che sarà firmato non appena l’Italia avrà varato le basi legali per lo stralcio della Svizzera dalla black list. Questo accordo amichevole comprende una soluzione transitoria, valida dal 1° febbraio al 30 giugno 2023, relativa all’imposizione del telelavoro per i frontalieri ai sensi dell’accordo del 1974.
I ministri dei due paesi hanno commentato positivamente l’esito dei loro colloqui.
Per la Svizzera, Karin Keller-Sutter ha infatti affermato: “la dichiarazione sottoscritta finalmente chiarisce due importanti questioni fiscali aperte tra Svizzera e Italia.”
Per il governo di Roma, il ministro delle finanze italiano Giorgetti si è invece dimostrato fiducioso che nelle prossime settimane il Parlamento italiano possa finalmente ratificare il nuovo accordo relativo all’imposizione dei lavoratori frontalieri sottoscritto nel 2020. In Svizzera, va ricordato, l’accordo era stato già approvato dalle Camere federali nel marzo del 2022.
A commento delle loro discussioni, i rappresentanti governativi hanno quindi trasmesso ai media una dichiarazione congiunta.
Quest’ultima si articola in due sezioni: la prima di importanza tecnica, la seconda di valore pratico.
Innanzitutto, la parte iniziale della intesa elenca una serie di precisi riferimenti giuridici, e che riassumono gli elementi normativi considerati dai rispettivi ministeri.
Esaminiamoli: “il Capo del Dipartimento federale delle finanze della Confederazione Svizzera e il Ministro dell’Economia e delle Finanze della Repubblica Italiana, tenuto conto della Convenzione tra la Confederazione Svizzera e la Repubblica Italiana per evitare le doppie imposizioni e per regolare talune altre questioni in materia di imposte sul reddito e sul patrimonio, fatta a Roma il 9 marzo 1976; considerata l’intenzione del Governo italiano, nelle more del raggiungimento di un accordo in merito a una disciplina stabile e duratura del telelavoro, tenendo altresì conto degli sviluppi della materia nelle sedi internazionali, di introdurre una norma transitoria in materia di telelavoro con efficacia fino al termine, non prorogabile, del 30 giugno 2023, una bozza della quale è stata già predisposta; ritenuta la necessità di modificare l’elenco degli Stati, approvato con il decreto del Ministro delle finanze 4 maggio 1999, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale italiana n. 107 del 10 maggio 1999, emanato ai sensi dell’articolo 2, comma 2-bis, del testo unico delle imposte sui redditi, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, nel senso di eliminare da detto elenco il seguente Stato: “Svizzera (Confederazione Svizzera)”; nell’aspettativa che tale modifica dell’elenco di cui all’articolo 1 del decreto del Ministro delle finanze 4 maggio 1999 venga approvata al più presto in Italia secondo le procedure legislative italiane”.
La seconda parte del comunicato congiunto invece chiarisce le prospettive operative che ora possono aprirsi nei rapporti fra i due paesi: “é stata raggiunta un’intesa preliminare in merito a una bozza di accordo amichevole; tale accordo amichevole sarà perfezionato, inserendo nel testo gli estremi della norma transitoria italiana, e firmato non appena saranno approvate la norma transitoria italiana e la modifica dell’elenco di cui all’articolo 1 del decreto del Ministro delle finanze 4 maggio 1999”.
di Nicoletta Tomei