Ignazio Marino lascia: “presento le mie dimissioni”
“Care romane e cari romani, ho molto riflettuto prima di assumere la mia decisione. L’ho fatto avendo come unica stella polare l’interesse della Capitale d’Italia, della mia città – inizia così la lettera integrale di Ignazio Marino per dare le sue dimissioni – quando, poco più di due anni e mezzo fa mi sono candidato a sindaco di Roma l’ho fatto per cambiare Roma, strappando il Campidoglio alla destra che lo aveva preso e per cinque anni maltrattato, infangato sino a consentire l’ingresso di attività criminali anche di tipo mafioso”. “Presento le mie dimissioni. Sapendo che queste possono per legge essere ritirate entro venti giorni”, ha detto Marino.
“Non è un’astuzia la mia: è la ricerca di una verifica seria, se è ancora possibile ricostruire queste condizioni politiche”. “Non nascondo di nutrire un serio timore che immediatamente tornino a governare le logiche del passato, quelle della speculazione, degli illeciti interessi privati, del consociativismo e del meccanismo corruttivo-mafioso che purtroppo hanno toccato anche parti del Pd e che senza di me avrebbe travolto non solo l’intero Partito Democratico ma tutto il Campidoglio”, scrive Marino nella nota. “Tutto il mio impegno ha suscitato una furiosa reazione – scrive Marino nella nota delle dimissioni – Sin dall’inizio c’è stato un lavorio rumoroso nel tentativo di sovvertire il voto democratico dei romani. Questo ha avuto spettatori poco attenti anche tra chi questa esperienza avrebbe dovuto sostenerla. Oggi quest’aggressione arriva al suo culmine. Ho tutta l’intenzione di battere questo attacco e sono convinto che Roma debba andare avanti nel suo cambiamento”. Dopo il messaggio di Marino, #Marino in poche ore è diventato l’hashtag più utilizzato su Twitter. Pro e contro, detrattori e sostenitori dicono la loro a colpi di tweet sul lavoro del sindaco e della sua Giunta. Secondo Adnkronos dalla procura di Roma fanno sapere che non è stata presa ancora nessuna decisione su quanto chiesto con gli esposti di Fdi e M5s. Il fascicolo aperto nei giorni prima delle dimissioni resta quindi rubricato senza ipotesi di reato e senza indicazione di indagati.
Inoltre la Guardia di Finanza dovrebbe ancora acquisire in Campidoglio tutti i documenti riguardanti il rilascio e l’utilizzo della carta di credito da parte del sindaco. Altre informazioni potranno anche essere ottenute dalla banca che ha rilasciato la carta. “Per cacciarmi mi avrebbero messo la cocaina in tasca” “Ci avevano provato con la Panda rossa, i funerali di Casamonica, la polemica sul viaggio del Papa. Se non fossero arrivati questi scontrini, prima o poi avrebbero detto che avevo i calzini bucati o mi avrebbero messo della cocaina in tasca”. Lo ha detto Marino dopo le dimissioni, in una intervista a “La Stampa”. Marino spiazza tutti: “Pagherò di tasca mia ogni spesa” “Basta polemiche, regalo alla città e pagherò di tasca mia ogni spesa di rappresentanza fatta in due anni con la carta di credito del comune” e anzi “ho deciso che non avrò mai più una carta di credito del comune”. La cifra secondo i calcoli di Marino in due anni è di 20mila euro, “spesi nell’interesse della città”, in ogni caso ha dato mandato alla Ragioneria di fare il calcolo “al centesimo”, “questa stessa notte”, poi “domani staccherò un assegno per l’intera cifra, ivi compresi quei 3.540 euro investiti nella cena con il mecenate Usmanov, arrivata alla fine di una serie di incontri che hanno portato nelle casse del Campidoglio due milioni di euro”. Questo è quanto ha annunciato Ignazio Marino dopo le sue dimissioni e le polemiche che sono seguite. “Lo faccio per i romani non per chi mi attacca. La mia decisione mette un punto, e adesso basta polemiche” e guarda “all’obiettivo giubilare”, che “è una sfida che Roma, con lo sforzo di tutti i cittadini e con il concorso del governo, saprà vincere”. Che “Roma quindi guardi al futuro”.