Prosegue il braccio di ferro fra le autorita’ russe e gli attivisti anti Putin, sette dei quali, riconosciuti colpevoli venerdi’ scorso, sono stati condannati oggi a pene detentive che vanno dai due ai quattro anni di prigione. Lo riporta l’agenzia Ria Novosti, ricordando che gli attivisti sono stati condannati per aver partecipato a una manifestazione di protesta sfociato in scontri con la polizia a piazza Bolotnaya a Mosca nel maggio del 2012, un giorno prima del giuramento di Putin per il suo terzo mandato da presidente. I condannati sono Sergei Krivov (quattro anni), Artyom Savyolov (due anni e sette mesi) Stepan Zimin e Aleksei Polikhovitch (tre anni e sei mesi), Andrei Barabanov (tre anni e sette mesi) e Yaroslav Belousov (due anni e mezzo). Un’ottava attivista, Alexandra Dukhanina, unica donna coinvolta nel processo, ha ottenuto la liberta’ condizionale, nonostante l’accusa avesse chiesto per lei sei anni di carcere.
La sentenza e’ stata posticipata a oggi – secondo gli attivisti – per evitare che coincidesse con la fine dei Giochi invernali di Sochi. Fuori dal tribunale la polizia ha arrestato almeno 100 fra le diverse centinaia di manifestanti presenti in solidarieta’ con gli attivisti condannati. Alla dimostrazione c’erano anche le due Pussy Riot rilasciate a dicembre, Nadezhda Tolokonnikova e Maria Alyokhina, mentre fra le persone fermate risulta anche uno dei leader dell’opposizione al Cremlino, Alexei Navalny che prima di essere arrestato ha scritto sul suo profilo twitter che la polizia stava ”fermando la gente senza alcun motivo.