L’8 ottobre scorso, una delegazione della SAIG si è recata a Berna, presso l’Ambasciata italiana ad incontrare il nuovo Ambasciatore, insediatosi nel mese di giugno di questo anno, il quale si è reso disponibile a rilasciare un’intervista mirata a farlo meglio conoscere ai nostri connazionali residenti in Svizzera ed anche particolarmente interessato alla realtà associazionistica rappresentata dalla nostra Società a Ginevra.
In un clima disteso e cordiale, alla presenza del coordinatore Carmelo Vaccaro, dei presidenti delle associazioni Calabrese, Francesco Decicco, di quella Laziale, Guglielmo Cascioli, di quella Siciliana, Vincenzo Bartolomeo, del tesoriere Gino Piroddi, del responsabile della comunicazione, Riccardo Galardi e del consulente giuridico, Avv. Alessandra Testaguzza, il Dott. Mignano, ha risposto volentieri alla domande che riportiamo qui sotto.
Dott. Mignano, Ambasciatore d’Italia a Berna dal 14 giugno 2019, Lei inizia la Sua seconda missione in Svizzera, dopo aver ricoperto la carica di Console Generale d’Italia a Basilea. Quale sarà la Sua linea programmatica nella sua importante veste di ambasciatore in un paese che ha profondi legami, non solo storico-culturali e linguistici, ma anche commerciali con l’Italia?
Le linee guida vengono indicate a un capomissione dal Governo e in primo luogo dal Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale. Certamente nel caso della Svizzera sarà importante approfondire e intensificare ulteriormente i rapporti bilaterali, che con la Svizzera, paese amico e vicino, sono già eccellenti, nonché favorire gli scambi commerciali (siamo già oggi il terzo partner della Confederazione) e gli investimenti. I servizi consolari restano una priorità, in considerazione di una collettività di 640.000 connazionali residenti in Svizzera, così come la promozione della lingua e della cultura italiana, le scuole e i corsi di lingua.
Io credo che vi sia già molta attenzione ai connazionali
Ambasciatore, anche gli italiani residenti in Svizzera, e nel resto del mondo, risentono della crisi economica di cui da anni soffre l’Italia e che si ripercuote inevitabilmente sulle comunità dei nostri connazionali. Possiamo ad esempio citare, tra l’altro, la chiusura dei consolati e la riduzione del numero degli addetti consolari, che rendono più problematico il disbrigo delle pratiche amministrative, oppure la riduzione delle risorse destinate ai corsi d’italiano, che ostacola il mantenimento dell’identità culturale. L’insieme di questi provvedimenti incide limitatamente sul risanamento del debito pubblico ma produce effetti devastanti sul legame affettivo con la Madre Patria. Possiamo sperare che, in un futuro prossimo, la nostra Italia mostri maggiore attenzione alle esigenze degli italiani all’estero?
Io credo che vi sia già molta attenzione ai connazionali. Il Ministero, e in particolare la Direzione Generale per gli Italiani all’Estero, dà molta Accedi o registrati per continuare a leggere l'articolo
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